Ocarine, storia di una passione

Martedì 23 Gennaio 2018
LA TRADIZIONE
Il suono del Delta da oltre cent'anni è stato catturato da un mago di nome Idelmo Fecchio ed è possibile ascoltarlo a Grillara attraverso le ocarine: strumenti musicali in terracotta. La piccola frazione di Ariano nel Polesine è, infatti, il regno della famiglia Fecchio che dalla terra trae sostentamento non soltanto per il corpo (sono una famiglia di agricoltori), ma per lo spirito come racconta il figlio di Idelmo, Bevenuto, che ne ha raccolto l'eredità e la porta avanti insieme alla moglie Giuseppina ed alle due figlie Chiara e Giada.
L'ANNIVERSARIO
«Fra due anni, nel 2020 saranno cento anni che in questa casa si realizzano ocarine racconta Benvenuto -. Mio padre ha cominciato nel 1920 a realizzare prima giochi, fischietti poi e successivamente rudimentali ocarine quando aveva appena 10 anni. All'epoca la gente di fiume aveva l'abitudine di giocare con l'argilla e papà ha sempre avuto nel sangue la passione per questo strumento». Il capostipite è venuto a mancare nel 2013 alla veneranda età di 103 anni ed il suo centesimo compleanno è stato un tripudio di onori da parte dei colleghi costruttori che hanno inviato da ogni parte del mondo strumenti in terracotta per rendergli omaggio.
Per la famiglia di agricoltori, la realizzazione delle ocarine è sempre stata una passione: «Da quando era bambino e lavorava in fornace, mio padre, costruiva questi strumenti cercando di affinare il più possibile la propria arte. Nel 1939, una volta sposato, si è spostato prima a Piano e negli anni '50 qui in località Marchionna a Grillara dove viviamo tutt'ora continua Benvenuto -. Papà è stato prigioniero di guerra in Germania, quando nel 1945 è rientrato diceva che l'ocarina gli ha salvato la vita perché durante un bombardamento aveva trovato dell'argilla e non resistendo alla tentazione l'aveva raccolta per creare un'ocarina, fu visto da un ufficiale tedesco che, invece di punirlo, lo trasferì in un altro luogo per realizzare queste opere per i commilitoni».
LA TESI DI LAUREA
La terra del Delta scorre nelle vene di questa famiglia radicata al territorio e legata a doppio filo con l'ocarina, strumento a fiato di forma globulare allungata generalmente costruito in terracotta, di origine tutta italiana, che deve il nome alla forma che richiama appunto una piccola oca. La storia dei Fecchio è talmente interessante da essere stata oggetto di una tesi di laurea nel 2014: Argilla di Po. Fischietti e ocarine come prodotti locali di Andrea Sogari. Ma per Benvenuto non è stato un colpo di fulmine per questo strumento a fiato, è stato più un amore che è cresciuto nel tempo al punto da desiderare di realizzare ocarine non soltanto belle esteticamente, ma che abbiano un'intonazione perfetta per essere strumenti musicali a tutti gli effetti.
GLI STRUMENTI
«Da piccolino realizzavo fischietti, poi crescendo non ne volevo sapere, troppo complicato e non ottenevo i risultati che volevo - prosegue Benvenuto-. È stato a metà degli anni '80 che ho sentito una specie di richiamo e non ho più smesso. Negli anni '90 poi è nato l'interesse nei confronti del Parco e siamo stati citati più di una volta in varie situazioni. Nel 2003 ho conosciuto la realtà di Budrio (Bologna), da sempre patria delle ocarine, lì ho incontrato Fabio Galliani ed Emiliano Bernagozzi, due dei massimi musicisti di questo strumento, e grazie ai loro consigli sono riuscito a realizzare delle ocarine intonate. Adesso Grillara è il secondo centro in Italia in cui si realizzano questi strumenti e qualche mia ocarina risuona in giro per il mondo».
FATTORIA E MUSEO
Nel 2000 l'azienda agricola diventa fattoria didattica e nel 2010 nel giorno del centenario dalla nascita di Idelmo viene inaugurato il primo ed unico Museo dell'ocarina del Delta. Un altro passo avanti è la realizzazione di un master con gli stessi Galliani e Bernagozzi nel 2012: «Con la loro disponibilità e la mia collaborazione a creare gli strumenti è nato il Gruppo ocarinistico di Grillara, il primo settimino, che ha svariate formazioni. Da quella esperienza, in questi anni, sono nati diversi gruppi, anche io e la mia famiglia facciamo parte di un ensemble Un PO di ocarine' composto da più di 10 elementi, con musicisti professionisti e non». Da questa esperienza e dalla passione inesauribile nel 2014 è arrivato il primo Festival internazionale dell'ocarina coinvolgendo costruttori e musicisti da tutto il mondo. Un Festival che richiama sul territorio estimatori di questo strumento e che in perfetta sintonia con Budrio è realizzato ogni due anni in alternanza con la città bolognese.
«Dal 28 aprile al primo maggio prossimo ci sarà la terza edizione prosegue Benvenuto -. Il programma è ancora in via di definizione, ma è in previsione un gemellaggio con una scuola cinese attraverso un costruttore Zongpei che vuole venire a farmi visita».
Anna Nani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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