Nella banlieu parigina la musica è liberazione

Venerdì 27 Aprile 2018
Nella banlieu parigina la musica è liberazione
Dati i tempi, un racconto sull'integrazione scolastica viene a fagiolo. I fatti sono noti, e già riconoscibili dopo I ragazzi del coro di Barratier, la cui semplice trama sembra qui ripetersi. Siamo nella periferia parigina, dove un violinista senza più passione per lo strumento, accetta svogliatamente di insegnare musica a dei giovani studenti, con l'obiettivo, apparentemente impossibile, di portarli a suonare alla Filarmonica di Parigi. L'inizio è burrascoso, ma i ragazzi scopriranno il potere della musica, mentre il violinista capirà qual è il suo ruolo nel mondo. Un itinerario toccante.
Tutto qui, senza percorsi imprevedibili fin dall'inizio: ragazzi problematici, un talento inaspettato, bullerie scolastiche, e poi il riscatto fino al trionfo. L'opera prima dell'algerino Rachid Hami ha però il dono di voler giocare subito la carta dell'empatia senza usare il pietismo retorico, e senza occhieggiare a un pubblico cinefilo.
Ci chiede solo di non arricciare il naso e lasciarsi andare alla passione che lo sottende: mostrare che è possibile non lasciare indietro nessuno e che la scuola può usare altri strumenti per integrare i difficili.
Giuseppe Ghigi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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