MARTELLAGO
Allarme esplosione, ansia inquinamento - poteva essere una catastrofe

Sabato 23 Giugno 2018
MARTELLAGO
Allarme esplosione, ansia inquinamento - poteva essere una catastrofe -, massiccio dispiegamento di uomini e mezzi di pronto intervento e disagi al traffico, ieri a Martellago, per il ribaltamento, vicino al casello del Passante, di un'autocisterna carica di 40mila litri di toluene, diluente tossico e altamente infiammabile.
L'incidente alle 5.30 sulla prima rotatoria della tangenziale nord (dal lato via Boschi) che porta alla barriera. G. B., 51 anni, di Trebaseleghe, procedeva con un'autocisterna di Cam, Consorzio Autocisternisti di Mestre, verso il casello quando, uscendo dalla rotonda, complice la pioggia ha perso il controllo del mezzo, che si è ribaltato restando inclinato sul fianco sinistro sopra l'aiuola spartitraffico. L'autista è uscito con le sue gambe ed è scattato l'allarme: trasportato in ambulanza al pronto soccorso di Mirano, se l'è cavata con botte, contusioni e una spalla rotta ed è ricoverato in Ortopedia a Dolo.
PERICOLO ESPLOSIONE
Il pericolo però era che saltasse tutto in aria: sarebbe bastata una scintilla. Sono accorsi i vigili del fuoco di Mestre con tre squadre con camion schiuma, autobotte e Aps più il nucleo Nbcr, Nucleare, Biologico Chimico e Radiologico, oltre 15 uomini, e diverse pattuglie dei carabinieri, in primis quelli di Martellago, e poi della polizia locale dell'Unione, che hanno chiuso il tratto di tangenziale da via Boschi alla successiva rotatoria che poi immette al casello. La prima preoccupazione dei pompieri è stata di mettere in sicurezza l'autocisterna spargendo attorno della schiuma, e poi sono iniziate le delicate operazioni di travaso del toluene in un'altra autobotte, durate fino alle 11: solo allora il pericolo è rientrato.
I vigili del fuoco, però, si sono trovati un ulteriore problema ambientale: dai boccaporti del serbatoio c'era un gocciolio e parte della sostanza inquinante era fuoriuscita. Per fortuna solo mille litri che, grazie alla pendenza della strada, sono confluiti nello scolo centrale del rondò. I pompieri hanno posizionato barriere assorbenti e poi, con l'ausilio degli addetti dell'ufficio Ambiente del Comune, del Consorzio Acque Risorgive e di Veneto Strade, gestore dell'arteria, lo scarico che drena le acque dalla rotatoria alla rete dei fossi vicini e al Rio Vernise è stato bloccato: i tecnici Arpav, intervenuti anche loro, dai primi accertamenti escludevano l'interessamento di terreni e acque circostanti, ma hanno continuato a lungo a monitorare la situazione e a seguire la bonifica (con la terra rimossa sono stati riempiti 6 camion).
LA BONIFICA
Le operazioni di ripristino, seguite dall'assessore Matteo Campagnaro e anche dal sindaci Monica Barbiero e dal collega di Scorzè Giovanni Battista Mestriner, sono infatti andate avanti ancora per ore, per rimettere in piedi e rimuovere l'autocisterna ma soprattutto per consentire a una ditta specializzata di assorbire con l'idropulitrice la pericolosa sostanza sparsa sull'asfalto e l'aiuola centrale della rotonda.
La strada è stata riaperta solo dopo le 20, e per gli automobilisti è stata una giornata di passione, specie negli orari di punta, con il traffico in entrata e uscita del casello in tilt (i due accessi cono comunque rimasti aperti) e tanti veicoli, camion compresi, riversatisi nel centro del paese.
Nicola De Rossi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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