LO SHOW
Celentano 2019, la tv come celebrazione di se stesso. L'ultimo kolossal

Martedì 22 Gennaio 2019
LO SHOW Celentano 2019, la tv come celebrazione di se stesso. L'ultimo kolossal
LO SHOW
Celentano 2019, la tv come celebrazione di se stesso. L'ultimo kolossal del Molleggiato è un viaggio nel narcisismo profondo del più imprevedibile sognatore dello spettacolo italiano. Delirio e castigo, suspense e improvvisazione. Presenza e, soprattutto, assenza. Incertezza e maniacalità da certosino (o da orologiaio). Improvvisazione e approssimazione. Ci ha lavorato per 13 anni, alla fine dopo tanto tribolare è arrivato il debutto: o la va o la spacca. Adriano ha gestito tutto da solo (assieme a Claudia Mori sua longa manus), ha scritto, rinviato, dato gli ultimi ritocchi, montato fino all'ultimo quel cartone animato che lo raffigura con la fantastica mano di Milo Manara ma che lui ha preteso che, nel montaggio, assomigliasse in tutto e per tutto a lui: nella camminata, nel molleggiamento, nel sorriso, nell'essere dinoccolato. Identico ma ringiovanito.
GLI IDEALI
L'Adriano ragazzo con mezzo secolo di meno, assieme alla sua compagnia Claudia, condottiero del futuro mosso da ideali di libertà e bellezza che vuole riscattare «un mondo in cui l'uomo è stato felice fino a che ha detto io sono; poi quando disse io ho, nacque l'infelicità», tanto per parafrasare Rousseau. Tutto il resto viene dopo, a cominciare da quello show nato per lanciare e condire la storia del suo Adrian. La graphic novel sembrava naufragata quando è spuntata Mediaset, che lo ha recuperato dalla disperazione di Sky che lo aveva covato per anni e anni. Gli ha chiesto di accompagnarlo con una sua rentrée televisiva, ha aperto generosamente i cordoni della borsa (si parla di una spesa di 20 milioni), gli ha concesso carta bianca in tutto e per tutto. In pratica gli ha ceduto l'uso di Canale 5 per nove serate, a cominciare dalla prima andata in onda ieri, a cui oggi seguirà la seconda dose, sempre con due puntate da 45 minuti l'una della serie animata, più i suoi interventi. Ma uno show così non si era mai visto, neppure i vecchi spettacoli di Adriano che pure, quanto a incertezza, hanno sempre giocato la loro parte, ma avevano sempre una loro affascinante solidità. Se Adrian rappresenta la sua voglia di monumento, quei sessant'anni che ha gestito da inossidabile star, e che a 81 anni ha tanta voglia di mettere sul piedistallo, lo spettacolo televisivo appare piuttosto un qualcosa di palesemente appiccicato, non voluto, forse subito nella trattativa con Mediaset, precario, zoppicante e improbabile.
Annunciato da un rock arrembante cantato fuori scena da Celentano coi ballerini ad animare il set biblico, e aperto da Nino Frassica nei panni di un frate (citazione arboriana?) impegnato in uno sketch in cui deve decidere chi deve salire su una gigantesca Arca di Noè che domina la scena. Uno sketch troppo lungo, anche per la leggerezza del comico siciliano, che spalleggiato da Francesco Scali non può fare altro che ricorrere al suo armamentario comico con qualche nonsense (tipo: «verba volant, scripta amen»). Altro intervento fuori misura quello del monologo dell'attore Natalino Balasso (che figura anche fra gli autori del live) che prima ha giocato sull'assenza in scena del Molleggiato aggiungendo ai tempi lenti e dilatati una serie di battute sul più e sul meno che, tra l'altro, poco hanno a che fare con le velleità ambientaliste, sentimentali, populiste, ecologiste, anticonsumistiche e contro la violenza sulle donne che animano la narrazione della graphic novel, chiaramente il centro della serata.
DEUS EX MACHINA
Che lo show non gli interessi lo dimostra lo stesso deus ex machina con la sua apparizione, con tanto di tuoni e fulmini, ma che ha l'aria più che altro di una concessione: Celentano si fa vedere, in tuta, occhiali neri, ma è una fugace, fugacissima presenza, tanto per dire che c'è (pare proprio che non ne abbia voglia), per spiegare che la regia, che poi sarebbe lui, deve fare dei cambiamenti, per bere un bicchiere d'acqua e lasciare ai posteri un po' di silenzi. Il tutto per una durata di tre minuti, per poi dare il via ai primi 45 minuti della storia animata. Ma Adrian non è solo lo show e la graphic novel, c'è anche un disco, che uscirà il 25, in cui, ancora una volta, il Molleggiato ha riverniciato un po' dei suoi successi (alcuni remixati da Benny Benassi) e ha aggiunto i temi musicali che accompagnano lo story board che sono firmati da Nicola Piovani (nella versione live ieri sera, è comparsa anche la voce di Giuliano Sangiorgi). In più, c'è un libretto coi disegni di Manara, assaggio di quanto racconterà il film (una mega produzione con 10 mila scene nella quale hanno lavorato più di mille animatori sparsi dall'Europa, alla Cina, all'Africa): bellissimi e molto sexy con i corpi giovani di Adrian e di Gilda, la sua compagna che poi altri non è che Claudia Mori, che si scatenano accoppiandosi: immagini forti, quasi hard, che nella prima serata televisiva si fanno notare.
Marco Molendini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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