La mamma ai domiciliari «Ha solo bisogno di aiuto»

Mercoledì 16 Maggio 2018
La mamma ai domiciliari «Ha solo bisogno di aiuto»
MOGLIANO
«Siamo tutti stretti intorno a lei in un momento così tremendo». I familiari della mamma che ha ammesso di aver gettato dal terrazzino la figlia di neppure tre anni fanno quadrato intorno alla donna, da tempo alle prese con un problema psichiatrico. È il messaggio che arriva dal marito, dal fratello, dal suocero e dal padre che ieri su richiesta dei difensori è comparso in aula durante l'udienza di convalida dell'arresto.
BISOGNO D'AIUTO
«Lei - è il messaggio che affidano ai legali - ora ha bisogno di essere protetta, tutelata e aiutata. Tutta la nostra famiglia ha bisogno di essere aiutata». Il primo pensiero va alla piccola, ricoverata in pediatria al nosocomio di Treviso. Fortunatamente sta bene, quel volo di sei metri è finito sul tappeto erboso del giardino condominiale del residence di Zerman dove vive con i genitori, attutendo un colpo che avrebbe potuto essere altrimenti tremendo e letale. Agli avvocati Zanin e Zampieron hanno raccontato del malessere della 40enne iniziato diversi mesi fa, delle difficoltà ma anche della forza con cui tutta la famiglia è scesa in campo per sconfiggere quel nemico subdolo e insidioso che, pur non ancora battuto, sembrava almeno in parte domato. Ora sono determinati a capire come sia stato possibile un tale aggravamento delle condizioni della donna, di buona cultura, laureata, che in passato era riuscita però a trovare solo occupazioni saltuarie. Per la famiglia, spiega l'avvocato Anna Zampieron «avere a che fare con un processo, con gli avvocati, con dei giudici è una cosa che va oltre l'immaginato e l'immaginabile». Il padre della donna, pensionato, ieri mattina è entrato per qualche minuto in aula durante l'udienza di convalida. Ha raccontato della battaglia della figlia, combattuta con tenacia e determinazione e ha confermato la disponibilità ad ospitarla agli arresti domiciliari (che le sono stati concessi dal giudice al termine dell'udienza), a sostenerla, a presidiare e vigilare su quella cura farmacologica chiesta dai difensori che dovrà restituirle un po' di serenità e lucidità.
INDAGINI SULLE CURE
Agli avvocati, che chiederanno una perizia sulla capacità di intendere e volere e sulla capacità di affrontare un eventuale processo, è stato dato il mandato di approfondire che cosa non abbia funzionato nel modello di assistenza che era stato predisposto dal dipartimento di salute mentale della Ulss. Andremo fino in fondo hanno dichiarato i legali della donna. Questo è un caso in cui non si ha a che fare con una delinquente - hanno ribadito - ma piuttosto con una persona fragile e bisognosa di cure. (de.bar.)
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