L'ESPOSIZIONE
La mole di un'enorme nave da crociera che viola nella nebbia la

Venerdì 20 Luglio 2018
L'ESPOSIZIONE
La mole di un'enorme nave da crociera che viola nella nebbia la fragile bellezza del Canale della Giudecca. Un cappello di paglia da gondoliere parcheggiato su una sedia durante una pausa del lavoro. Lo scatto rubato ai protagonisti di uno sposalizio in posa dalle parti della Salute. Lo skyline di San Marco ripreso in controluce come le sagome nel teatro delle ombre C'è molto di Venezia, luogo dell'anima per eccellenza, nella serie di 109 scatti digitali selezionati da Andrea Tomasetig per la mostra Fotofanie di Italo Zannier (nella foto), allestita in una location d'eccezione: la Casa Museo Boschi Di Stefano, un gioiello dell'architettura fra le due guerre, firmato da Piero Portaluppi ai confini della Milano anni Trenta, ora pieno centro, dove i coniugi Antonio e Marieda, lui ingegnere meccanico, lei ceramista, grandi appassionati d'arte, misero le basi di un'importante collezione privata, poi donata alla città.
Il decano dei fotografi italiani 86 anni ben portati come dice vezzosamente di se stesso aggiornando periodicamente la cifra , presente all'inaugurazione con l'immancabile panama bianco, rivela qui un lato inedito e del tutto sperimentale della sua opera più recente, caratterizzata da approccio minimalista radicale, come lo definisce il curatore, reso ancora più immediato dall'impiego di una comune fotocamera tascabile, di quelle utilizzate (con esiti diversi) da milioni di persone in ogni angolo del pianeta. Dove a fare la differenza sono lo sguardo di meraviglia dell'autore e la sua disponibilità a cogliere come apparizioni (fotofanie) le luci, i riflessi, le ombre, i dettagli di forme e paesaggi, la normalità di un universo familiare (la casa con giardino alla Giudecca, il tragitto in treno da Venezia a Latisana, il buen retiro di Lignano Pineta) percepito nei suoi segnali deboli, ai limiti della riconoscibilità dei soggetti inquadrati.
TRA VENETO E FRIULI
La mostra fotografica si snoda al primo e al terzo piano, collegati da un bellissimo ascensore d'epoca, della casa di via Jan, la stessa dove vive tuttora l'archistar Alessandro Mendini, nipote della coppia, a due passi da quella abitata fino ai suoi ultimi giorni dal grande critico Gillo Dorfles. Le nove sezioni Autoritratti, Oggetti, Dal treno, Natura, Luoghi dell'anima, Vetrine, Europa, Ritratti, Frammenti sono ambientate in parte nell'ex scuola di ceramica di Marieda Di Stefano, fra sculture abbozzate e strumenti di lavoro dell'artista. La visita, resa possibile dalla collaborazione dei Volontari del Touring Club Italiano che ne accompagnano il percorso fino al 31 luglio, è anche l'occasione per scoprire i tesori dell'appartamento-galleria del secondo piano, dove fra gli innumerevoli e preziosi dipinti di Severini, Boccioni, Funi, De Pisis, Sironi, Fontana, De Chirico, l'occhio cade inevitabilmente su alcuni strepitosi lampadari in vetro di Murano.
Paolo Crespi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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