Il primo albergo diffuso della laguna nasce a Burano. L'isola del merletto fa da

Giovedì 23 Giugno 2016
Il primo albergo diffuso della laguna nasce a Burano. L'isola del merletto fa da capofila alla nuova tipologia di strutture ricettive. Ad inaugurare la nuova "esperienza" turistica è il Venissa Wine Resort della famiglia Bisol che a Mazzorbo ha riportato alla luce l'antico vitigno Dorona di Venezia e ha aperto la Tenuta Venissa con il vigneto e il ristorante.
La famiglia Bisol quest'anno completa il progetto "sensoriale" di relax in laguna e inaugura le residenze diffuse: gli ospiti potranno infatti soggiornare in una delle camere che si trovano all'interno della casa padronale della tenuta Venissa nell'isola di Mazzorbo o in una delle tipiche case colorate di Burano che la famiglia ha acquistato e restaurato. D'altronde, non è un mistero che le isole della laguna nord da anni stiano soffrendo un lento spopolamento: basta fare un giro per vedere i sempre più numerosi cartelli appesi con le scritte "vendesi", appartamenti che spesso restano invenduti perché per i giovani il loro prezzo è troppo elevato o semplicemente perché vivere nelle isole è considerato scomodo rispetto alla terraferma. Case, quindi, destinate ad essere trasformate in strutture alberghiere per accogliere i turisti.
A regolamentare l'albergo diffuso è la legge regionale 11 del 14 giugno 2013, "Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto" che, all'articolo 25, definisce le diverse tipologie di strutture ricettive e introduce il concetto di albergo diffuso - nelle aree di montagna, nei centri storici con una popolazione non superiore ai 5mila residenti e nelle isole non collegate da ponti alla terraferma - come strumento per «contrastare il fenomeno dello spopolamento».
L'albergo diffuso, come spiega la parola stessa, è una tipologia di ricettività che prevede un edificio principale (dove si trovano l'ufficio di portineria e le aree ad uso comune degli ospiti) e due o più dipendenze alberghiere ad una distanza, in linea d'aria, non superiore a quattrocento metri dall'edificio principale. Insomma, una sorta di albergo orizzontale, così come viene definito, ma anche un progetto di ospitalità integrato nel territorio. Per il restauro degli appartamenti, spiega la famiglia Bisol, sono state coinvolte le migliori aziende del triveneto: dagli smalti ai legni, dalle sedute ai rivestimenti, dall'illuminazione alla tecnologia domotica per trasformare in un "vero e proprio showroom" le case delle merlettaie e dei pescatori. Non solo. Agli ospiti saranno proposte anche una serie di attività ed esperienze per scoprire il territorio: come il corso di voga alla veneta, corsi con i fotografi dell'isola o uscite di pesca assieme ai pescatori. Chissà se basterà avvicinare i turisti ai residenti per far sì che, come auspica la legge regionale, almeno si rallenti l'esodo dalle isole.
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