È morta a 93 anni Chichita la vedova di Italo Calvino

Domenica 24 Giugno 2018
È morta a 93 anni Chichita la vedova di Italo Calvino
LETTERATURA
Lucidissima fino alla fine, Chichita Calvino, è morta a quasi 93 anni, nella sua casa di Campo Marzio a Roma, per problemi respiratori. Donna fortissima e colta, famosa per il suo humour, la moglie di Italo Calvino ha attraversato il Novecento ed è stata amica di grandi scrittori ed artisti.
Persona di straordinaria cultura e intelligenza, è stata protagonista di un sodalizio intellettuale prezioso per lo scrittore, che aveva conosciuto a Parigi all'inizio degli anni 60 negli ambienti editoriali e poi sposato nel 64 all'Avana. «Amica di scrittori come Borges, Cortazar, Rushie e Gore Vidal, Calvino le sottoponeva ogni sua nuova pagina, sicuro di averne il riscontro critico che gli serviva», racconta Ernesto Ferrero, suo amico di lunga data e collega di Calvino all'Einaudi.
ARGENTINA
Esther Judith Singer, questo il suo vero nome, era nata in Argentina da una famiglia della borghesia colta di Buenos Aires. Bella e spigliata, sin da allora capace di parlare con tutti e di tutto, narratrice avvolgente e formidabile, come ricordano oggi tutti quelli che l'hanno conosciuta, cominciò prestissimo ad avere contatti con il mondo dell'arte e della letteratura. In Europa era arrivata a metà degli anni 50, prima a Cannes e poi a Vienna e Parigi, dove lavorava come traduttrice, inizialmente da freelance poi come interprete per le Nazioni Unite e per altre organizzazioni internazionali. L'incontro con Calvino risale al 1962, l'occasione fu un evento organizzato da Elvira Orphee, una scrittrice argentina che allora lavorava come attaché culturale a Parigi. Due anni più tardi, nel 1964, i due si sposarono all'Avana. Lei era già madre di un bimbo, Marcello Weill, nato da una precedente relazione, nel 1965 arrivò Giovanna. Un amore intenso, quello tra Chichita e Calvino, nato da due caratteri in qualche modo opposti e complementari, riservato e super taciturno lui, espansiva e immaginifica lei, nutrito da una condivisione intellettuale fortissima. Dopo la morte prematura dello scrittore, scomparso a soli 62 anni a Siena nel 1985, Chichita, ricorda ancora Ernesto Ferrero, «ha gestito con mano fermissima una eredità difficile, guadagnandosi il rispetto di editori, agenti e traduttori. Difficile sapere di non poter più contare sulla lucidità brillante e corrosiva con cui sino all'ultimo ha letto' il mondo e la letteratura contemporanea».
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