C'è una immagine emblematica che vale assai più di un editoriale. Finita

Sabato 19 Gennaio 2019
C'è una immagine emblematica che vale assai più di un editoriale. Finita la conferenza stampa successiva al Consiglio dei ministri che ha varato il decreto legge su Reddito di cittadinanza e Quota 100 per le pensioni, il presidente del Consiglio e i suoi due vice si sono presentati a fotografi e telecamere con le copertine dei provvedimenti. Mentre il foglietto di Conte e Di Maio recava il titolo delle due leggi, quello mostrato da Salvini conteneva soltanto Quota 100. È cominciato così il balletto delle interpretazioni. La più gettonata è la seguente: per Salvini l'unico figlio legittimo è il provvedimento sulle pensioni. Il Reddito è un figlio adottivo in via di disconoscimento. Si tratta in effetti di un ragazzaccio, assai generoso nelle intenzioni, ma pieno di difficoltà nel comportamento. È certo che a fine aprile un numero elevatissimo di carte saranno caricate con cifre variabili da qualche centinaio di euro a 1300, ma sono più che legittimi i dubbi sulla capacità del sistema di individuare in tempi ragionevoli uno, due o tre lavori da proporre ai percettori. Ieri la Banca d'Italia ha anticipato che, come si temeva, anche l'ultimo trimestre del 2018 è stato negativo in modo da far entrare l'Italia in recessione tecnica. Ne ha inoltre ridotto la crescita potenziale di quest'anno dall'1 per cento allo 0.6. È noto che in un paese in decrescita i posti di lavoro non aumentano. Speriamo che la agognata partenza di investimenti già finanziati migliori le cose, ma è più prudente sospendere il giudizio in attesa dei fatti. C'è la speranza che i 6 miliardi che saranno messi in circolo negli ultimi otto mesi dell'anno facciano crescere i consumi. Si tratta di 750 milioni al mese contro gli 830 frutto degli 80 euro di Renzi. Allora i consumi crebbero, ma non in modo vertiginoso. Vedremo. È certo che l'elettorato del Nord è molto freddo su questo provvedimento e Salvini comincia ad avvedersene per il calo nei sondaggi, pure fisiologico dopo la corsa straordinaria degli ultimi nove mesi. Anche per questo sta cercando una soluzione per il Tav, il cui fermo è del tutto inaccettabile per una larga maggioranza di italiani. Cercherà intanto di portare a casa con il vecchio centrodestra la vittoria elettorale in Abruzzo e in Sardegna (10 febbraio) aspettando le Europee del 26 maggio per regolare i conti. La decisione di Silvio Berlusconi di candidarsi in tutti i collegi non è estranea a questi discorsi. Il Cavaliere sa di prendere molte meno preferenze di Salvini, ma sa anche che la sua presenza nazionale restituirà un po' di linfa a un partito che ne ha un drammatico bisogno. C'è un elettorato moderato di centrodestra che non si riconosce in alcune posizioni muscolari di Salvini. Se Berlusconi riuscisse nel miracolo di arrivare al 12 per cento, sarebbe per il ministro dell'Interno un alleato indispensabile. La temuta diaspora verso la Lega si rallenterebbe. E allora
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