Basaglia-Raccanelli e la Marangona

Martedì 19 Giugno 2018
IL RACCONTO
Cosa può succedere se due bambine, che vivono in due epoche diverse, effettuano lo stesso rituale scaramantico di afferrare i batacchi del ponte di san Canciano a Venezia? Come minimo che una delle due venga inghiottita in una piega spazio-temporale e si ritrovi catapultata nella città odierna, trovandosi davanti una coetanea, per tanti aspetti simile ma anche diversa da lei. E così accade a Mirtilla, nata a Venezia nel 1566, e a Nina, sua concittadina, ma venuta al mondo esattamente 442 anni dopo, nel 2008. Sono le due protagoniste del romanzo di Alberta Basaglia e Giulietta Raccanelli I rintocchi della Marangona (Baldini Castoldi, 17 euro) che grazie a questo escamotage narrativo, mettono in scena sprazzi della Venezia cinquecentesca, raccontata dalle parole di Mirtilla, e la confrontano con la modernità, fatta anche di invasioni turistiche, acqua alta in piena estate, gabbiani molesti, e con l'inquietante presenza del mostro-Mose piantato nelle acque della laguna. Il libro sarà presentato oggi alle 18, alla Serra dei Giardini di Sant'Elena a Venezia, con Gianfranco Bettin e letture di Ottavia Piccolo. Il dialogo tra le due bambine è intessuto di aneddoti che dal presente si agganciano al passato della Serenissima, in un continuo viaggiare nel tempo che offre molti spunti divertenti.
ORIENTARSI CON L'IPHONE
Come quando la moderna Nina, per cercare di aiutare la nuova amica ad orientarsi, prende in mano l'i-phone, la tavoletta luminosa, lasciando sbigottita la piccola viaggiatrice nel tempo. Che, naturalmente, non sa cosa sia una foto, un vaporetto, un'autostrada, una meringa e nemmeno l'antibiotico, lei che prima di planare nel 2018 stava cercando l'aceto per preparare la pozione per curare il morbo che infestava la città. Dopo lo smarrimento iniziale e le difficoltà di comprensione, le due bambine diventano amiche e trascorrono la giornata insieme. «A Venezia, negli anni della Serenissima, andava di moda la Prudentia - spiega alle due bambine perplesse di fronte alle enormi casse di acciaio -. Si agiva prudentemente nel presente, tenendo conto del passato e del futuro». Al termine della giornata le due bambine devono salutarsi per vivere ognuna nel suo tempo. Per farlo, ripetono lo stesso rituale sul ponte di san Canciano, che le aveva portate a inizio giornata a incontrarsi. Faranno da sfondo i rintocchi di mezzanotte della Marangona, la campana maggiore di san Marco. Anche quelli sono rimasti immutati attraverso i secoli.
Laura D'Orsi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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