Bambocci a Verona nella rete del Bardo

Mercoledì 17 Gennaio 2018
LO SPETTACOLO
Un romanzo di formazione shakespeariano, popolato di bamboccioni e ad un tempo capace di anticipare alcuni personaggi che diverranno caratterizzanti nelle commedie successive.
Il regista padovano Giorgio Sangati presenta così il suo I due gentiluomini di Verona, in cartellone dal 18 al 21 gennaio al Teatro Goldoni di Venezia e poi al Teatro Verdi di Padova dal 24 al 28 gennaio (info www.teatrostabileveneto.it). Lo spettacolo - coprodotto dallo Stabile del Veneto con il Centro Teatrale Bresciano - è la prima regia shakespeariana di Sangati, che pure sul Bardo ha lavorato alla scuola di Strehler e Ronconi. «Dato che mi confrontavo con Shakespeare per la prima volta, mi incuriosiva iniziare dall'inizio - chiarisce il regista - Se è vero che si tratta di un'opera prima del giovane autore appena arrivato a Londra, mi sembrava interessante confrontarmi con questa specie di laboratorio drammaturgico. Nella commedia si nascondono infatti abbozzi di personaggi poi sviluppati».
AMBIENTE ITALIANO
I due gentiluomini è una commedia sperimentale, vitale e irruenta. Protagonisti due amici, Valentino e Proteo, che s'innamorano della stessa ragazza. Una fidanzata tradita e molte trame secondarie complicano l'azione fino alla problematica conclusione, che vena di ambiguità un lieto fine solo apparente. «È una commedia-laboratorio - aggiunge Sangati- il genio scalpita e mette alla prova personaggi, tematiche e relazioni che troveranno poi sviluppo autonomo nei testi successivi. Condensa al debutto molte delle sue più grandi intuizioni e inaugura il modello drammaturgico rivoluzionario che cambierà la storia del teatro e di cui diverrà maestro: la commedia romantica».
CAST DI GIOVANI
Interpretata da un cast giovane ma con solide esperienze, l'opera riesce ad evocare l'adolescenza non come età anagrafica, ma come stato mentale e fisico. Un limbo tra inesperienza e maturità, costellato di terremoti interiori.
«Shakespeare disseziona con cinismo sorprendente il concetto ormai anacronistico dell'Amore cortese, mettendo in luce l'immaturità affettiva di chi non riesce a uscire dalla gabbia emotiva dell'adolescenza. - chiosa il regista - I protagonisti sembrano appartenere a una generazione di bamboccioni, rimasti troppo a lungo a casa o trattenuti dai padri. Nel testo si dice esplicitamente che son rimasti troppo in casa e quindi non si sono confrontati con la vita reale».
ITALIA SULLO SFONDO
Riferimenti all'oggi? «Inevitabile leggere rimandi al momento attuale in cui c'è una sorta di protezione verso il futuro, dalla violenza della realtà. Un approccio controproducente, perché poi il confronto con il mondo non segue le stesse regole. Il linguaggio è fatto spesso di compromessi e inganni, per questo in Shakespeare spesso è il corpo che rivela». L'ambientazione suggerisce l'idea di una sorta di grand tour elisabettiano, ma è un'Italia reinventata, un parco divertimenti (o degli orrori) nel quale tra Verona e Milano c'è il mare e le foreste della pianura padana sono infestate dai banditi. Anche per questo lo scenografo Alberto Nonnato ha lavorato su uno spazio trasformabile, che rendesse chiaro il passaggio dalla provincia alla città, rendendo i cambi di scena oarte della drammaturgia.
Giambattista Marchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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