Alta cucina tra dialogo e ricerca

Sabato 20 Ottobre 2018
Alta cucina tra dialogo e ricerca
L'EVENTO
È un momento decisamente felice per la ristorazione italiana e per la cultura gastronomica del nostro paese. Proprio l'altro ieri, la classifica mondiale The World's 50 Best ha nuovamente incoronato il modenese Massimo Bottura e la sua Osteria Francescana come miglior ristorante del mondo e visto salire al 23. posto il padovano Massimiliano Alajmo e le sue Calandre, mentre ovunque, dagli Stati Uniti all'Asia, la percezione di bontà, pulizia e qualità di prodotti made in Italy è altissima e il desiderio di mangiare italiano sempre più forte. Eppure non si fa abbastanza per valorizzare la miniera d'oro che l'Italia ha a portata di mano. Non lo fanno le istituzioni chiamate a supportare e valorizzare in maniera più seria e coordinata le straordinarie eccellenze umane e agricole del Paese, ma anche il settore formazione a volte e nonostante numerosi casi virtuosi lascia a desiderare.
ALLA CINI
Così, l'Alta Scuola di Gastronomia Luigi Veronelli, luogo di pensiero e di formazione dedicato al sapere della terra e della tavola, insediatasi nei mesi scorsi a Venezia, alla Fondazione Cini a San Giorgio Maggiore, sembra a prima vista una bella occasione di conoscenza e progresso e c'è grande attesa per l'avvio delle attività con la prima settimana di eventi in programma dal 2 al 7 luglio prossimi, NutriMenti Settimana di Cultura Gastronomica.
Ed è tanto più forte il segnale, anche simbolico, di un centro di ricerca, studio e formazione insediato proprio a Venezia, città simbolo suo malgrado di tutto il buono e di tutto il male del mondo gastronomico: da una parte le decine e decine di attività focalizzate a sfruttare al massimo il turismo senza badare troppo alla qualità e senza andare troppo per il sottile quanto a rispetto per il cliente e trasparenza (con casi che a volte si spingono fino al limite del malcostume), dall'altra l'onda lunga dell'alta cucina che negli ultimi dieci anni ha arricchito il centro storico non solo di numerose stelle Michelin, con ben sette insegne stellate, ma anche di un nutrito manipolo di operatori che lavorano sulla qualità e sull'accoglienza, siano essi nomi storici siano new entry, spesso espressione di una nuova, giovane cultura del cibo, del vino e dell'accoglienza.
GUSTOSI SEMINARI
E, dunque, ben vengano i sei giorni di seminari, degustazioni, dibattiti e incontri pubblici aperti a tutti (escluse le prime due giornate, a porte chiuse) nei quali sarà indagato lo stato dell'arte della cultura gastronomica italiana, dando vita ad un vero e proprio laboratorio in quattro atti (Terra, Immaginazione, Parola e Sensi) in cui studiosi e cultori di discipline diverse, - dall'ambito scientifico a quello artistico e letterario, filosofico e antropologico - porteranno il loro contributo offrendosi al confronto con i partecipanti, ovvero operatori (iscrizioni e tutte le info su: www.altascuolaveronelli.it).
Una serie di incontri partendo da Il sapere della terra, passando per Dare voce al vino: il messaggio della bottiglia, fino a Sesto senso. Sei brani musicali, sei vini, sei racconti, con in cattedra scrittori, musicologi, filosofi, antropologi, designer, economisti.
Ci sarà anche un ricordo vitale di Luigi Veronelli affidato alla voce di Josko Gravner, vignaiolo di confine nella sua Oslavia (Go). E, dal 5 al 7 luglio, il Sensorium, banco di assaggio riservato ai corsisti e rappresentativo delle migliori produzioni vitivinicole italiane.
Claudio De Min
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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