Tagli ai vitalizi, centrodestra al bivio

Giovedì 24 Maggio 2018
Tagli ai vitalizi, centrodestra al bivio
IL CASO
TRIESTE Scadranno il prossimo 30 giugno, tra poco più di un mese, i tagli agli assegni vitalizi percepiti dagli ex consiglieri regionali. La riduzione delle cosiddette pensioni d'oro era stata varata dal consiglio regionale nel 2015 sulla base di una legge che ha previsto tagli che incidono per il 6% dell'assegno mensile lordo fino a 2mila euro (non applicati sotto i 1.500 euro), per il 9% fino ai 4mila, per il 12% fino ai 6mila e per il 15% oltre quest'ultima quota, con una maggiorazione del 50% per coloro che godono già di un vitalizio dal Parlamento o da altri consigli regionali. In pratica assegni più leggeri da un minimo di 36 ad oltre 800 euro in meno al mese. All'epoca governava il centrosinistra con Debora Serracchiani presidente e la stessa aveva dichiarato a dicembre dello scorso anno che se le elezioni regionali avessero confermato la maggioranza di centrosinistra alla guida della Regione, i tagli sarebbero stati prorogati. Non è andata così: il Friuli Venezia Giulia lo scorso aprile è stato conquistato dal centrodestra a trazione leghista e ora la questione si riaffaccia all'orizzonte e va affrontata in tempo.
NESSUNO STOP
La legge 2 del 2015 superò il vaglio del Consiglio dei ministri e non venne impugnata dalla Corte costituzionale. Ad opporsi, invece, furono 52 tra gli ex consiglieri toccati dal provvedimento ma il Consiglio di Stato bocciò il ricorso presentato da molti di essi. L'ordinanza confermò dunque l'orientamento già tracciato dal Tar dichiarando che la competenza su questa materia spettava non ai giudici amministrativi ma a quelli ordinari. Per effetto l'istanza era stata rigettata. Un'altra precisazione riguarda l'ipotesi di proroga una volta scaduto il termine del 30 giugno: l'allora presidente del Consiglio regionale Franco Iacop aveva spiegato che non era una strada giuridicamente sostenibile in quanto, secondo i pronunciamenti della Corte costituzionale e della Cassazione, la misura deve essere contingente, straordinaria e individuale. Quindi è necessario che allo scadere della legge 2, il nuovo consiglio regionale se lo ritiene approvi una nuova norma in cui siano specificati questi contenuti.
LE INTENZIONI
La maggioranza di centrodestra non intende stare con le mani in mano aspettando l'ultimo minuto: già domani mattina è prevista una riunione per definire una linea congiunta, fa sapere il capogruppo del Carroccio in consiglio regionale Mauro Bordin. Non si sbilancia oltre: «Dobbiamo ancora parlarne», taglia corto. Cauto anche il capogruppo di Forza Italia Piero Mauro Zanin: «La questione va ancora approfondita ma in sede di assestamento potremo intervenire e nulla vieta di elaborare anche una norma definitiva». Non è una novità, poi, che lo stesso presidente della Regione Massimiliano Fedriga non si sia mai opposto ad un eventuale ricalcolo dei vitalizi secondo il sistema contributivo. Linea, questa, caldamente sostenuta dal Movimento 5 stelle che rilancia: «Occorre ricondurre il sistema previdenziale, dei vitalizi o pensionistico, dei parlamentari, dei consiglieri regionali e di tutti i componenti e dipendenti degli organi costituzionali al sistema previdenziale vigente per tutti i cittadini, anche per il passato». I grillini ribadiscono dunque le proposte che avanzeranno in consiglio regionale (le stesse «bocciate nel corso della scorsa legislatura»): tetto di 5mila euro lordi al mese per l'indennità dei consiglieri regionali, rimborso spese massimo di 2500 euro al mese sulla base di un rendiconto dettagliato delle spese sostenute parametrato alla distanza dalla propria residenza da Trieste e che in nessun caso potrà essere su base forfettaria e appunto rimodulazione dei vitalizi degli ex consiglieri, calcolati su base contributiva. L'orientamento è quello di mettere la parola fine battagliando in Aula per ottenere al più presto il risultato in Friuli Venezia Giulia.
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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