Shoah, la generosità dei Mistruzzi raccontata da Lea

Venerdì 18 Gennaio 2019
Shoah, la generosità dei Mistruzzi raccontata da Lea
IL CASO
UDINE (Al.Pi.) Aveva 10 anni, Lea Polgar, quando il padre tornò a casa e comunicò alla famiglia di non poter più praticare come avvocato: l'inizio della persecuzione degli ebrei, una famiglia disperata, con quattro figli, che pur benestante non sapeva più come affrontare quella drammatica situazione. Lo zio, che non si rassegnava, rimase a Fiume e fu deportato, così come il cuginetto; gli altri chiesero aiuto ad Aurelio e Melania Mistruzzi, lui friulano, scultore e incisore del Vaticano (firmò le monete di Pio XI e parte di quelle di Pio XII), lei ebrea viennese; la coppia aprì le porte della sua casa a Roma, per nascondere la ragazzina che, tra l'altro si chiamava come loro figlia (che in quel periodo era incinta): conserva ancora il ricordo del profumo della creta, del gesso e dei metalli dello studio romano, Lea, che non poteva affacciarsi alle finestre, doveva camminare piano, non fare rumore e nascondersi in un pertugio quando Aurelio le faceva cenno. Si salvò dalla crudeltà nazi-fascista e si impegnò perché il coraggio, la solidarietà e l'umanità dei Mistruzzi fossero riconosciuti: ci riuscì, Aurelio e Melania sono stati inseriti nella lista dei Giusti tra le Nazioni.
Al loro gesto, che pochi conoscono, e al loro impegno civile che permise a diversi ebrei romani perseguitati durante l'occupazione della Capitale, di sopravvivere, il Comune dedica ora una mostra, che, in occasione del programma predisposto per celebrare la Giornata della Memoria (27 gennaio), sarà visitabile dal 18 gennaio al 17 febbraio a Palazzo Morpurgo.
L'esposizione vuole far conoscere la personalità dell'artista e della sua famiglia, i momenti di vita privata, i ritratti nelle fotografie di famiglia, per lo più inedite, che vengono ripresi anche nelle opere, le medaglie e i gessi facenti parte delle collezioni dei Civici Musei: una mostra fortemente emozionale che vuole sottolineare il valore e il coraggio di Aurelio e Melania Mistruzzi e raccontare la loro vita famigliare fatta di molte gioie, grandi dolori e di una costante e appassionata attenzione al prossimo. L'esposizione a ingresso libero, promossa dall'assessorato alla Cultura e curata da Gabriella Bucco e Silvia Bianco a partire da un'idea di Debora Tenellotto, è realizzata in collaborazione con il Liceo Artistico Giovanni Sello di Udine e sarà aperta il venerdì dalle 14.30 alle 17.30, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 17.30.
All'inaugurazione ufficiale, domani, alle 17.30, sarà presente la stessa Lea Polgar, che parteciperà anche, domenica al Visionario di Udine, alla proiezione di 1938 quando scoprimmo di non essere più italiani, documentario di Pietro Suber che ricostruisce le vicende che portarono dalle leggi antiebraiche alla deportazione, attraverso cinque storie raccontate dai protagonisti (tra cui Polgar, appunto).
Sempre a Palazzo Morpurgo (che fu donato alla città dai figli di Elio Morpurgo, politico di origine ebraica, che morì durante la deportazione), troveranno spazio anche altri eventi che legano le vicende locali alla grande tragedia dell'Olocausto: il 25 gennaio, Elio Varutti parlerà degli udinesi che cercarono di dare sostegno ai deportati ebrei di Fiume che transitavano a Udine sui treni diretti in Germania; il 1° febbraio, invece, Valerio Marchi terrà un incontro dal titolo La Shoah in Friuli. Il caso di Elio Morpurgo e della sua famiglia. Infine, la famiglia Mistruzzi sarà al centro della conferenza dell'8 febbraio con Michela Giorgiutti, che approfondirà il tema della corrispondenza tra lo scultore e Pio Paschini e Giuseppe Vale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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