PASSAGGIO IN FRIULI
UDINE Più determinato al suo arrivo in Friuli nel pomeriggio

Martedì 20 Marzo 2018
PASSAGGIO IN FRIULI
UDINE Più determinato al suo arrivo in Friuli nel pomeriggio di ieri - «Siamo qua per mantenere gli impegni, per vincere in Regione» -, appena arrivato nella sede regionale del Carroccio a Reana , più sibillino in serata a Udine, quando ai militanti che continuavano a inneggiare a «Massimiliano Fedriga presidente», il leader nazionale Matteo Salvini ha risposto: «Datemi qualche ora. Farò il possibile, vi prometto impegno, ma non posso promettere quello che non ho in tasca. Avete pazientato per tanti giorni, pazientate ancora per qualche ora».
ZERO CONTATTI
Ad ascoltarlo in platea, anzi in prima fila, tra i 460 presenti all'interno del Palamostre e altre duecento persone all'esterno, c'era anche un consigliere regionale di Autonomia responsabile, la lista civica che il neo candidato alla presidenza della Regione per il Centrodestra, Renzo Tondo, ha fondato nel 2013. Smentiti i ventilati contatti di persona o telefonici tra i due, ieri il popolo leghista ha dato concretezza ai mal di pancia e mugugni che scuotono la base dacché lo stesso Salvini ha dato il via libera a Tondo venerdì sera, su proposta di Silvio Berlusconi e con l'avallo di Giorgia Meloni, guida di Fdi.
I MALUMORI
Subito dopo l'annuncio, però, sono cominciati i malumori della base della Lega ma anche di Fdi e la fiamma ha continuato ad essere alimentata a 48 ore di distanza dall'annuncio, fino ad accogliere oggi Salvini. A Reana con alcuni trattori e i cartelli «Fedriga presidente», a Udine solo con qualche insistenza durante il comizio del segretario nazionale. Che Tondo non l'ha neppure nominato, neanche quando glielo ha suggerito la platea perché il microfono faceva le bizze e Salvini aveva terminato i nomi del Centrosinistra cui dare la responsabilità. Prima ha ipotizzato fosse Debora Serracchiani, poi Bolzonello, ma al terzo difetto d'audio gli mancava il nome. «Tondo», ha suggerito il pubblico, ma lui non ha raccolto, ascoltando invece Fedriga che gli ha indicato «Honsell», l'ex sindaco di Udine.
NO AI MAL DI PANCIA
Si racconta di un Salvini piuttosto franco con i suoi nella sede di Reana, laddove avrebbe ricordato che il Friuli Venezia Giulia a Forza Italia fa parte di un patto di coalizione che non si può toccare, spronando i suoi ad abbandonare i mal di pancia per puntare a vincere alla grande. Fuori dalle mura della segreteria, però, il dire si è fatto meno franco e ai militanti ha promesso «impegno», ma non si è lasciato trascinare nella sconfessione di ciò che ha avvallato solo venerdì. Giochi, dunque, forse riaperti ma per una conclusione che non parrebbe lasciare molte alternative alla scelta già definita. E per più di una ragione: i patti da rispettare presi a Roma; l'idea che l'acclamato candidato presidente, il segretario regionale della Lega nonché già capogruppo alla Camera e deputato riconfermato, Fedriga, sia più utile a Roma che in Regione.
GRANDI COSE
«E' una risorsa per il Friuli Venezia Giulia e per il Paese ha detto di lui ieri Salvini , può fare grandi cose a Roma». Parole che paiono non aver bisogno di interpretazione, così come quelle spese a favore del candidato sindaco di Udine per il Centrodestra, il leghista Pietro Fontanini, che proprio domenica ha avuto il via libera definitivo anche da Forza Italia. «Non abbiamo in ogni Comune capoluogo un nostro candidato», ha considerato Salvini, dando per certa ormai la candidatura del presidente della Provincia uscente. Anzi, per lui due raccomandazioni: «Creare una squadra in gamba e un programma molto concreto». Intanto il segretario regionale del Pd, Salvatore Spitaleri, cerca di allargare la coalizione e ha chiesto un formale incontro con il candidato presidente Sergio Cecotti leader del Patto per l'autonomia.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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