Ordine degli avvocati, guerra di lettere prima del voto

Sabato 19 Gennaio 2019
LA VICENDA
UDINE Ad un soffio dalle elezioni per il rinnovo del consiglio dell'Ordine degli avvocati di Udine, è battaglia a colpi di lettere e contro-lettere. Tutto nasce dalla scelta del presidente Maurizio Conti di dimettersi prima della conclusione del suo mandato. Raccogliendo - scrive - «l'invito» a spiegarne le ragioni, «comprendendo che quel gesto, se lasciato nel limbo dell'inesplicato, potrebbe dare adito a mille voci e mille dietrologie», il 15 gennaio, Conti (che poi ha scelto di ricandidarsi) ha scritto a colleghi e colleghe una lunga missiva ricordando la scelta di scendere in campo per introdurre «una ventata di aria nuova all'interno del consiglio, delle cui precedenti gestioni non apprezzavo la sensazione di chiusura e autoreferenzialità, per donargli trasparenza e rappresentatività». Parla del dialogo avviato con enti e istituzioni colmando un «deficit di interlocuzione». Inoltre, scrive Conti, «con una gestione finanziaria più attenta e oculata è stato possibile riportare e mantenere i nostri conti in ordine, chiudere tutti gli esercizi con un avanzo positivo di cassa assicurando nel contempo tutti i servizi malgrado un aumento sensibile dei loro costi e lasciando agli esercizi futuri una cospicua disponibilità patrimoniale». Ma, conclude, «gli sforzi che ho, che abbiamo profuso, non sono bastati ad allineare la rotta dell'intero consiglio verso un'unica direzione». Da ciò la decisione di «lanciare un segnale chiaro e forte dimettendomi». A stretto giro, il 17, è arrivata la lettera agli iscritti degli ex presidenti (Enrico Bulfone, Andrea Galimberti, Silvia Pajani) ed ex tesorieri (Fabrizio Pettoello, Alessandra Stella e Raffaele Conte) che hanno deciso di non lasciare senza replica quelle che definiscono «le gravi affermazioni contenute nella lettera inviata ai colleghi il 15 gennaio dall'avvocato Maurizio Conti. Affermazioni offensive - sostengono -, che ritraggono i precedenti consigli come chiusi, autoreferenziali, non trasparenti né rappresentativi, adombrando anche non corrette gestioni finanziarie», scrivono. Affermazioni che contestano, ricordando i risultati, fra cui la nascita del Foro friulano, i protocolli con la magistratura, la relazione con l'ateneo e «la vittoriosa e faticosa battaglia» per difendere l'integrità del circondario del Tribunale di Udine e impedire l'accorpamento della Bassa ad un altro circondario. Poi, «dobbiamo ricordare che i conti sono sempre stati in ordine, come dimostrano un patrimonio sempre superiore ai 100mila euro e la trasparenza» nella pubblicazione «con congruo anticipo» dei bilanci. È di ieri l'ultima missiva, stavolta sottoscritta dai consiglieri uscenti Raffaele Conte, Fabrizio Pettoello, Andrea Cudini, Fabrizio Picotti e Carlo Serbelloni, che parlano di «critiche immotivate ai consiglieri e addirittura alle precedenti consiliature». Nella lettera scrivono di aver lavorato «tra tante difficoltà, cercando di non farle trapelare all'esterno al solo scopo di mantenere un atteggiamento costruttivo». «Leggere che il progetto sarebbe stato osteggiato in maniera che a me è parsa obiettivamente preconcetta ci offende», scrivono. Nel condividere quanto hanno affermato gli ex presidenti, sottolineano che «nessuna novità è stata introdotta da questo Ordine se non i corsi a pagamento. Diamo atto dell'indirizzo risparmioso del presidente dimissionario anche se avremmo preferito ad esempio continuare ad assicurare ai colleghi il supporto di un tecnico informatico». «Anche a questo - scrivono - poteva essere destinato il tesoretto di oltre 30mila euro ricavato da detti corsi a pagamento che giace invece inutilizzato». Per loro le ragioni delle dimissioni di Conti «rimangono del tutto inespresse, prima ancora che motivate». Interpellato, Conti spiega di non avere «nulla da dire in proposito: siamo in democrazia ed ognuno è libero di esprimere il suo parere».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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