Il Consorzio solidarietà: migranti non in calo ma in crescita

Mercoledì 19 Settembre 2018
LA VICENDA
TRIESTE Scontro a distanza tra la Regione e il Consorzio italiano solidarietà sugli ultimi dati, forniti dal governatore Massimiliano Fedriga e confermati dall'assessore all'Immigrazione Pierpaolo Roberti, riguardanti il numero di ingressi illegali dal confine del Friuli Venezia Giulia con la Slovenia attraverso la rotta balcanica. Fedriga ha parlato di «crollo che va dal 70 all'80%» grazie all'intensificazione partita circa tre settimane fa dei servizi di controllo ossia da quando i forestali sono scesi in campo in supporto alle forze dell'ordine. Ribatte però il Consorzio, presieduto da Gianfranco Schiavone: «Come nel corso di tutta l'estate, il numero di persone che chiedono di accedere alla procedura di asilo si situa in una forbice tra 7 e 15 al giorno. Nel corso del mese di settembre questo numero è rimasto stabile e, semmai, è in leggera crescita. Le recenti affermazioni di Roberti, che afferma vi sia stato un recente crollo degli arrivi, appaiono pertanto errate e frutto di una propaganda ideologica totalmente scollegata con la realtà dei fatti». Dunque prosegue: «L'estate 2018 ha visto un aumento inevitabile degli arrivi sul territorio in ragione della fuga dei rifugiati dalle inaccettabili e drammatiche condizioni in cui si trovano nei paesi di transito e, in primis, in Bosnia, dove non possono godere di alcuna assistenza materiale e giuridica effettiva. La situazione rimane, come si vede dai numeri complessivamente modesti, del tutto gestibile in via ordinaria e non giustifica alcun allarmismo». Il Consorzio infine rincara la dose: «Il rafforzamento dei controlli al confine non ha avuto alcun effetto reale sulla diminuzione degli arrivi, né potrebbe averlo perché nel rispetto delle convenzioni internazionali, del diritto dell'Unione e del diritto interno in nessun caso i richiedenti asilo possono essere respinti al confine, ma la loro domanda va sempre registrata dagli organi preposti». Un'altra novità, in materia di sicurezza, potrebbe concretizzarsi anche in Friuli Venezia Giulia sulla scia delle sperimentazioni attivate a Palermo, Padova, Treviso e in alcuni Comuni della Lombardia: al momento è solo un'ipotesi ma gli agenti di Polizia locale potrebbero in futuro dotarsi di telecamere da indossare sulle divise per aumentare la sicurezza nei controlli e nelle operazioni di intervento. Secondo Roberti «le nuove tecnologie possono e devono aiutare la sicurezza dell'agente di polizia locale così come del cittadino, queste tipologie di telecamere sono utili nei casi in cui c'è bisogno di arrivare all'uso della forza, quando l'agente si trova ad intervenire in situazioni di pericolo, ma anche quando si tratta di dirimere dubbi su fatti avvenuti in contesti di concitazione e possono essere utili ai fini della ricostruzione di ciò che realmente è successo». Si tratta di telecamere frontali da collocare sulla giacca delle divise degli agenti, la cosiddetta bodycam che consente la ripresa in tempo reale di quanto accade e attiva una registrazione con una memoria che va da 30 secondi a 2 minuti e che, in condizioni di normalità, va in sovrascrittura eliminando automaticamente le riprese effettuate, nel rispetto della privacy.
E.B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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