IL CONFRONTO
UDINE Il vertice convocato dalla Regione, la sera, che ha visto

Martedì 11 Dicembre 2018
IL CONFRONTO UDINE Il vertice convocato dalla Regione, la sera, che ha visto
IL CONFRONTO
UDINE Il vertice convocato dalla Regione, la sera, che ha visto al tavolo in primis l'amministrazione regionale, l'azienda e i sindacati, si è aperto con il portato di una giornata tesa, tesissima, alle spalle. Ne è testimone anche la dichiarazione ufficiale diffusa dalla stessa assessore Alessia Rosolen prima dell'incontro, commentando quanto accaduto al mattino davanti alla Dm Elektron: «Si fatica a comprendere quali siano i gravi motivi che hanno spinto la proprietà dell'azienda a richiedere l'intervento della Polizia (ma Melchior smentisce di averlo fatto ndr). La Regione ha convocato, come ampiamente annunciato, un tavolo per oggi (ieri ndr), garantendo disponibilità e sostegno sia ai lavoratori che all'impresa. Quindi perché ricorrere a metodi che rischiano di alimentare sospetti? Non si poteva aspettare qualche ora e fare chiarezza prima di forzare la mano?». Secondo Rosolen «certe situazioni risultano particolarmente difficili da comprendere, alla luce dell'atteggiamento responsabile e civile dimostrato dai lavoratori in questi giorni». Ma aggiunge: «L'obiettivo della Regione è mettere l'azienda nelle condizioni migliori per lavorare, confermando gli impegni presi negli anni scorsi». E il titolare dell'azienda, Dario Melchior, interpellato dal cronista, ribadisce che «non ho chiamato io la Polizia. La Polizia fa il suo mestiere. Mi hanno chiesto se avremmo proseguito l'attività, noi abbiamo proseguito e loro hanno mandato il picchetto. Ma certamente non possiamo continuare il lavoro sotto tutela della Polizia». Resterà in Italia? «Sentiremo cosa mi dicono stasera (ieri ndr) - diceva prima dell'incontro -. Oggi è stata una giornata amara per tutti. Ho cento persone a cui pensare: sono quelle che mi interessano e sono da tutelare. C'è chi parla di un tavolo nazionale? Ma di cosa stiamo parlando? Di solito si discute dove non c'è lavoro: qui c'è un sacco di lavoro. È chiaramente una strumentalizzazione allucinante». Melchior assicura anche che «non abbiamo ricevuto contributi pubblici» per gli impianti. Quanto al dispiegamento di forze dell'ordine, stigmatizzato da alcuni, il Questore di Udine, Claudio Cracovia fa sapere che «preferiamo non commentare le dichiarazioni di nessuno. Ci teniamo solo a sottolineare che abbiamo fatto rispettare la legalità senza alcun incidente. La valutazione se fare servizi di ordine e sicurezza pubblica, la fanno le autorità, non le imprese o i privati. E riteniamo di aver preso la decisione giusta». E finalmente, il vertice tanto atteso arriva. Il primo ad uscire è Walter Rizzetto (Fdi): «La proprietà dice che non vuole licenziare nessuno né delocalizzare. È stata abbastanza rassicurante». Secondo lui è importante che «tramuti in realtà le certezze espresse oggi», rammentando che «qualche decina di persone senza lavoro sarebbero un dramma per il nostro territorio». Dopo l'incontro, che vede al tavolo l'assessore regionale Sergio Emidio Bini, i sindacati stringono fra le mani un esito ritenuto solo interlocutorio. «Melchior - riferisce Gianpaolo Roccasalva (Fiom Cgil) - ha spiegato che c'è un nuovo modo di lavorare, che le persone non sanno adattarsi e che, secondo lui, questo disagio ha provocato lo sciopero. Io ho cercato di chiarire che sapevamo delle linee di produzione destinate alla Romania, ma che di linee nuove all'orizzonte non se ne vedono e che non sappiamo quale possa essere il futuro per Buja». Quanto alle trasferte, il sindacalista ha ricordato che «l'accordo, migliorativo, lo abbiamo firmato noi e i lavoratori, a parte alcuni che si sono rifiutati, lo hanno metabolizzato. Ma la situazione adesso è diversa: i lavoratori hanno la fondata preoccupazione che non ci sia più lavoro a Buja. L'imprenditore dice che non è così, che non vuole licenziare nessuno. Di fronte ad una situazione senza sblocco, Bini ha suggerito di far passare alcune giornate e si è preso l'impegno di riconvocare le parti». Bini ha riscontrato un atteggiamento «molto responsabile» da parte dei sindacati, ma anche «la disponibilità della proprietà ad avviare un percorso» con la Regione. Il tavolo proseguirà in cerca di una soluzione.
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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