Idea Natale, il caro stand frena le aziende carniche

Giovedì 15 Novembre 2018
Idea Natale, il caro stand frena le aziende carniche
IL CASO
UDINE Nella Carnia devastata dalla recente ondata di maltempo operano tante piccole aziende che, nelle grandi occasioni, scendono a valle per esporre e vendere i prodotti tipici, frutto di tanto lavoro e fatica.
Una di queste occasioni è Idea Natale che apre oggi i battenti nel quartiere fieristico udinese. La presenza dei produttori carnici era una tradizione, interrotta quest'anno non dalla troppa pioggia caduta sui monti, ma da una mazzata economica ricevuta in un autunno nero da dimenticare: il raddoppio dei costi per avere uno stand alla fiera natalizia udinese. «La fiera ha sempre avuto un occhio di riguardo per le piccole aziende della Carnia, facendoci pagare negli anni passati un prezzo simbolico», spiega Albert Domini, titolare dell'omonima azienda agricola nata 30 anni fa a Lateis di Sauris. Ma gli anni passano, la crisi morde anche i sistemi fieristici e le situazioni cambiano. Stavolta a cambiare è il listino prezzi di Udine e Gorizia fiere. «Dieci anni fa eravamo una ventina di aziende a partecipare a questo evento prosegue dividendoci il costo dello spazio per gli stand, un'area di 200 metri quadrati e noi ci arrangiavamo a ricavare ciascuno i propri spazi. Poi, negli anni seguenti, questa fiera ha perso forza e gli incassi per noi sono diventati sempre più magri. Alcuni hanno rinunciato, ma io e altri siamo rimasti perché Idea Natale era il luogo ideale per vendere i nostri prodotti».
Quest'anno in fiera cambia tutto. Dalle maxi aree, si affittano moduli da 16 metri quadrati, con tanto di moquette rossa e pareti divisorie tra gli stand, così i costi sono lievitati a cascata dall'ente agli standisti. «Ci hanno chiesto oltre il doppio e i piccoli produttori come me non se lo possono permettere; in tanti abbiamo rinunciato. Anziché incentivare la vetrina dei prodotti tipici, ci hanno tagliato le gambe. Personalmente sono rimasto spiazzato. Certo, i padiglioni sono allestiti bene sottolinea con un filo di rabbia nella voce , ma a noi non interessano moquette e pareti divisorie, il costo è troppo alto. Un ente fieristico - prosegue Domini - dovrebbe dare risalto alle piccole realtà del territorio, soprattutto quello montano che già vive tante difficoltà. Abbiamo chiesto di venirci incontro, ma così non è stato, altro che solidarietà. A questo punto - conclude - sarebbe stato meglio lasciare l'ingresso a pagamento per i visitatori e venire incontro alle difficoltà dei piccoli produttori». Parte della Carnia, insomma, quest'anno non sarà presente, tra malghe con i punti vendita allagati e i formaggi stipati in cantina e cestini di marmellate pronti come strenne natalizie che rimarranno a prendere la polvere sui monti.
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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