Fidenato, nuova assoluzione

Venerdì 20 Aprile 2018
Fidenato, nuova assoluzione
IL CASO
UDINE Giorgio Fidenato, il leader di Agricoltori Federati, impegnato da anni nella battaglia pro-ogm, ottiene un'altra assoluzione e preannuncia, «semineremo ancora». La sentenza che lo ha assolto dall'accusa di aver violato il divieto di semina di ogm, in questo caso per la semina del mais relativa all'annata 2015, è stata pronunciata ieri dal giudice monocratico del tribunale di Udine Carlotta Silva ai sensi dell'articolo 129 del codice di procedura penale perché il fatto non è previsto dalla legge come reato. Stessa sorte è stata decisa anche per il proprietario del terreno Leandro Taboga che da 4 anni, nel campo di Colloredo, conduce una sperimentazione sulle farfalle, con l'allevamento di bruchi sottoposti ai test di biotossicità.
LA SENTENZA
La pronuncia discende dalla sentenza della Corte di giustizia europea che a settembre aveva fornito l'interpretazione autentica del regolamento comunitario 1829 del 2003. Su quella base entrambi erano già stati assolti nei mesi scorsi da altro giudice del tribunale di Udine per la semina del 2014. Fidenato era stato assolto a settembre e novembre anche a Pordenone per le semine degli anni 2014 e 2015 nei campi di Fanna e Vivaro. «La sentenza emessa presuppone che il giudice abbia disapplicato l'atto amministrativo ha commentato l'avvocato Francesco Longo, legale di Fidenato e Taboga -. Fin dall'inizio era evidente che la loro attività era consentita. Abbiamo sostenuto l'ingiustizia dell'imputazione perché si basava su un decreto dichiarato non conforme alla norma comunitaria da parte della Corte europea. Lo Stato non poteva intervenire con un potere cautelare in assenza dei presupposti per poterlo esercitare».
IL FUTURO
Incassata l'assoluzione, Fidenato si prepara a piantare ancora una volta il mais ogm. «Semineremo ancora. Dove e quando lo diremo a semina avvenuta per evitare problemi di ordine pubblico», ha annunciato al termine dell'udienza, spiegando le ragioni della prossima semina. «La nuova direttiva del 2015 che consente agli Stati la possibilità di vietare la coltivazione di mais ogm per motivi diversi da quelli di tutela della salute e dell'ambiente confligge con i Trattati. Vogliamo che la Corte di giustizia si pronunci nel merito ha aggiunto Fidenato ma per poter attivare la procedura bisogna disobbedire alla legge e chiedere il rinvio alla Corte europea nell'ambito del procedimento penale. Spero che questa volta le Procure ascoltino quello che ha da dire Fidenato e il suo avvocato e senza creare spese inutili vadano subito davanti alla Corte di Giustizia europea per chiedere un parere». «A questo punto aspetteremo le motivazioni poi presenteremo una causa di risarcimento per le spese e i danni morali che abbiamo subito per tutta questa attività esercitata nei nostri confronti in maniera non conforme al diritto europeo ha concluso Fidenato -. Stiamo valutando anche se presentare una denuncia alla Corte dei Conti». «Quel che non è proibito deve essere consentito», ha dichiarato Marco Perduca, dell'Associazione Coscioni, chiedendo che «adesso il Governo faccia sapere che non esistono sanzioni penali per chi semina mais geneticamente migliorato e smetta di ostacolarne la coltivazione».
Elena Viotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci