Farmaci sempre più equivalenti

Lunedì 19 Marzo 2018
Farmaci sempre più equivalenti
LA TENDENZA
UDINE Cresce anche in Friuli Venezia Giulia il mercato dei farmaci equivalenti. Lo certifica il Report annuale del Centro studi Assogenerici sui dati a consuntivo del 2017. Sebbene il mercato veda ancora come segmento più importante quello dei farmaci brand a brevetto scaduto con un'incidenza del 54,11%, i farmaci equivalenti con il 21,47% si spartiscono il resto della torta con i farmaci coperti da brevetto. Farmaci simili, insomma, ma che costano meno permettendone l'acquisto anche a chi tenderebbe a rinunciare al classico armadietto dei medicinali se non strettamente necessari.
I NUMERI
Quasi il 90% delle confezioni di farmaci equivalenti sono di classe A, rimborsate completamente dal Sistema sanitario e sono le regioni del nord a trainare i consumi relativi al ricorso ai farmaci equivalenti. Se la palma d'oro va alla Provincia Autonoma di Trento, dove è rimborsato l'80,9% delle unità dispensate dal Sistema sanitario in classe A tra farmaci generici e brand a brevetto scaduto (off patent) con il generico che assorbe il 41,8% del totale, il Friuli Venezia Giulia si colloca al sesto posto con il 79,6% di off patent sul totale rimborsato dal Servizio sanitario e una quota di equivalenti del 34,6%.
Una posizione che la regione tiene anche sul fronte della quota versata come differenziale di prezzo dai cittadini per ritirare il brand al posto dell'equivalente, quota che a livello nazionale ammonta a oltre i miliardo di euro. In Fvg l'incidenza è alquanto contenuta con un differenziale versato di tasca propria dai cittadini del 12,2% pari a 20milioni di euro.
LA DIFFERENZA
Il farmaco generico è una specialità medicinale definita come essenzialmente simile a un prodotto il cui brevetto è scaduto, imitandone la formulazione ed è costituito dalla stessa composizione quali-quantitativa di principio attivo e da una forma farmaceutica equivalente. I medicinali equivalenti sono registrati e commercializzati con la denominazione comune internazionale del principio attivo seguito dal nome del produttore e devono avere un prezzo inferiore di almeno il 20% rispetto a quello del prodotto brand.
Il funzionamento è piuttosto semplice: nel momento in cui avviene la scambiabilità tra il prodotto brand e l'equivalente dopo la scadenza del brevetto del brand, al farmacista viene rimborsato il prezzo dell'equivalente di riferimento piuttosto che quello del prodotto brand.
SIMILI MA NON IDENTICI
Per quanto minime, le differenze tra un brand e un equivalente ci sono, a partire dalla sperimentazione per i farmaci di marca che solo per essere brevettati seguono un percorso di 3 anni. C'è poi la bioequivalenza, ovvero quanto un farmaco generico sia simile a uno di marca. In genere, perché questa similarità venga accettata, deve essere pari a circa il 20%. Non tutti i medicinali, però, hanno la stessa bioequivalenza. Infine gli eccipienti, le altre sostanze che compongono un farmaco e che servono di solito a trasportare il principio attivo nell'organismo. La normativa che regola la differenza fra farmaci generici e farmaci brand, non fa riferimento alla differenza di eccipienti. L'esempio più classico è la presenza o meno di zucchero che nei farmaci per i diabetici fa la differenza: Può accadere che il farmaco di marca non contenga zucchero, ma che un equivalente possa essere dolcificato.
SI SPENDE PER I TRANQUILLANTI
Per quanto riguarda i farmaci di la classe C, a totale carico del cittadino, ansiolitici e sedativi sono i medicinali a maggior diffusione, dal Lorazepam al Lormetazepam, gli equivalenti di Tavor e Minias che richiedono la ricetta, diversamente da quanto scrivono alcuni siti internet dov'è possibile fare un ordine in pochi minuti. Infine, i generici si conquistano una buona fetta di mercato anche nel canale ospedaliero con un consumo del 25,4%.
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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