Diamanti, investimento gonfiato Risparmiatori sul piede di guerra

Lunedì 22 Gennaio 2018
L'ODISSEA
PORDENONE Nella ricerca sempre più frenetica di un bene rifugio in cui investire avevano scelto i diamanti, considerati il simbolo per eccellenza del valore e dell'amore duraturo. Invece, ancora una volta, centinaia di risparmiatori sono stati traditi dalle banche, delle quali si erano fidati, che avevano proposto loro come un vero affare l'acquisto delle pietre da due aziende estere. Due multinazionali che, secondo il verdetto emesso due mesi fa dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, fornivano informazioni ingannevoli e omissive, attraverso materiale promozionale sia sulle quotazioni sia sull'andamento del mercato che sulla loro rivendibilità.
«BANCHE SORDE»
«In realtà - spiega Gianfranco Tamburini, storico presidente della Federconsumatori pordenonese e ora appena salito al vertice dell'associazione regionale (al posto della dimissionaria Barbara Puschiasis) - si trattava di investimenti gonfiati e difficilmente cedibili. Ma gli istituti di credito continuano a comportarsi come se il problema non fosse loro, costringendo i consumatori che hanno perso i loro risparmi a intraprendere costose cause legali, così come hanno fatto sinora, in numerose e scandalose situazioni, ultima della quali quella delle azioni delle banche venete. I pordenonesi, ma anche alcune persone di Codroipo, che sinora si sono rivolti ai nostri sportelli in cerca di conforto - aggiunge Tamburini - avevano già provato a chiedere i rimborsi di quanto avevano investito, in molti casi decine di migliaia di euro, ma senza esito. E sinora, alla nostra richiesta di incontro per discutere del problema ha risposto soltanto Intesa San Paolo, ma non ci ha ancora fissato la data. Unicredit, Monte dei Paschi di Siena e Banco Bpm (quest'ultima ha fatto diverse vittime tra gli spilimberghesi), invece, sinora ci hanno ignorati. Pertanto ora dovremo procedere con l'invio delle lettere per la messa in mora della banca, ovvero una diffida utile anche a fermare i tempi della prescrizione».
BATTAGLIE LEGALI
Per molti risparmiatori si apre dunque una nuova era di battaglie per non veder svanire, come una bolla di sapone, i risparmi magari di una vita o una buona fetta della liquidazione che avevano accantonato nella speranza di garantirsi una certa tranquillità per il futuro.
IL FARO DELL'ANTITRUST
Le due società che vendevano diamanti attraverso gli istituti di credito citati, secondo il verdetto dell'Autorità garante della concorrenza, fornivano infatti informazioni non veritiere in merito al prezzo di vendita dei diamanti, presentato come quotazione di mercato, frutto di una rilevazione oggettiva pubblicata sui principali giornali economici; all'andamento del mercato dei diamanti, rappresentato in stabile e costante crescita; all'agevole liquidabilità e rivendibilità dei diamanti alle quotazioni indicate e con una tempistica certa; alla qualifica dei professionisti come leader di mercato.
«Ad impressionare è l'accertamento da parte dell'Antitrust dell'esistenza di una vendita di natura piramidale. Alla luce delle risultanze istruttorie - considera nel suo sito l'Aduc, altra associazione che tutela i consumatori - è emerso, infatti, che le quotazioni di mercato erano i prezzi di vendita liberamente determinati dai professionisti in misura ampiamente superiore al costo di acquisto delle pietre; che l'andamento delle quotazioni era l'andamento del prezzo di vendita delle imprese annualmente e progressivamente aumentato dai venditori; e le prospettive di liquidabilità e rivendibilità erano unicamente legate alla possibilità che il professionista trovasse altri consumatori all'interno del proprio circuito».
Antonella Santarelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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