Comune a caccia della Tari evasa

Lunedì 10 Dicembre 2018
Comune a caccia della Tari evasa
I CONTI
UDINE Il Comune a caccia della Tari non pagata. Palazzo D'Aronco, infatti, è in procinto di inviare solleciti di pagamento e avvisi di sanzione con l'obiettivo di recuperare quasi 2,5 milioni di euro, riferiti alla tassa sui rifiuti non versata nel triennio 2014, 2015 e 2016. Le raccomandate che verranno spedite sono, secondo la stima del Municipio, circa 6.800, con una spesa di 41mila euro.
GLI INVII
Alcuni invii massivi erano già stati effettuati nel 2016 e nel 2018: a seguito dei mancati pagamenti, saranno quindi spediti nuovamente circa 3.200 solleciti a 1.600 contribuenti che allora non erano stati raggiunti dagli avvisi Tari; a ciò si aggiunge il fatto che, per i tre anni 2014-2016, erano già stati recapitati ben 9.500 solleciti e 5.200 cittadini non hanno comunque provveduto a saldare la tassa: a loro, arriveranno anche le sanzioni.
RINVIO SOLLECITI
Per quanto riguarda il primo caso, cioè il rinvio di solleciti non precedentemente notificati (le raccomandate erano state restituite), si tratta di 3.040 notifiche per 1.540 contribuenti e la cifra da recuperare è di 521.600 euro: 167.332 euro relativi al 2014 (1.022 solleciti); 196.897 euro per il 2015 (1.111 solleciti) e 157.369 per il 2016 (907 solleciti).
AVVISI DI SANZIONE
Per la seconda casistica, invece (cioè i cittadini che pur raggiunti dai solleciti, non hanno adempiuto al pagamento), secondo la simulazione di Palazzo D'Aronco gli avvisi di irrogazione delle sanzioni sono 8.801 per 4.400 cittadini con un importo complessivo di 1 milione 917 mila euro, di cui 1,479milioni di Tari e spese di notifica, 8.323 euro di interessi e 430mila di sanzioni (dopo un anno, infatti, si applica una sanzione del 30% sull'imposta). E si tratta soltanto di utenze domestiche. Le stime del Comune parlano di 2.658 avvisi riferibili al 2014 per 433.815 euro di Tari (e spese di notifica), 2.447 di interessi e 126.014 euro di sanzione; 2.848 sono invece quelli del 2015, con 488.184 euro di tassa sui rifiuti da recuperare, cui si aggiungono 2.751 euro di interessi e 142.029 di multa per il ritardo. Infine, l'anno peggiore, il 2016 per cui saranno spediti 3.152 avvisi per più di 552mila euro di Tari e contestuali spese di notifica, 3.099 euro di interessi e 160.724 di sanzioni. Di quegli 8.801 avvisi di sanzioni stimati, 143 sono per importi di Tari inferiore a 50 euro (per un valore complessivo di circa 6.270 euro). L'importo complessivo da recuperare soltanto con questa tranche di avvisi e solleciti -, è di oltre 2,43 milioni di euro: una cifra consistente che però, secondo gli uffici, è un importo nettamente inferiore a quello ancora da riscuotere per il triennio (mancano ad esempio le utenze non domestiche). D'altronde, la tassa sui rifiuti è una di quelle che registra maggiore evasione: dal bilancio 2017, furono stralciati quasi 10,5 milioni di euro di crediti inesigibili, di cui più di 2milioni riferiti all'allora Tia (la tariffa di igiene ambientale precedente alla Tari).
TARIFFE
E questo nonostante il capoluogo friulano sia uno di quelli in cui si registrano le tariffe più basse d'Italia: secondo un'indagine di Cittadinanzattiva diffusa a fine novembre e relativa al 2018, infatti, una famiglia media a Udine spende 160 euro l'anno (la stessa cifra del 2017, quando addirittura, la Tari fu abbassata dell'1% sulle utenze domestiche e del 3,6% su quelle non domestiche), contro i 292 euro di Trieste e i 302 della media nazionale. Per Palazzo D'Aronco, la Tari rappresenta la seconda fonte di entrate tributarie (quasi il 27%, la prima è l'Imu con il 63,4%): nel bilancio 2015 erano stati accertatati 11,795 milioni di euro entrati nella casse del Comune grazie a essa; nel 2016 11,755 milioni e, nel rendiconto economico 2017, 11,925 milioni di euro. Non solo Tari, però. Dalla ricognizione degli uffici comunali, a luglio era emersa un'evasione dell'Imu di quasi 3 milioni di euro (2,9 milioni per la precisione), riferita ai controlli sugli anni 2012 e parte del 2013. L'importo derivava da avvisi notificati l'anno scorso e ormai scaduti (per 1,423 milioni di euro), e da altre 820 notifiche che il Comune ha inviato quest'anno. Da un'analisi dei dati, questi mancati pagamenti erano riconducibili soprattutto a persone giuridiche, cioè a società, piuttosto che a quelle fisiche, un dato su cui potrebbe aver influito la crisi economica.
Alessia Pilotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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