TREVISO CIVICA
TREVISO Li chiamano boschi periurbani e sono il cardine della

Mercoledì 25 Aprile 2018
TREVISO CIVICA
TREVISO Li chiamano boschi periurbani e sono il cardine della politica ambientale che Treviso Civica, lista che vedrà Franco Rosi come capolista, porterà avanti in caso di vittoria del centrosinistra. «Ora che si stanno per aprire altri cinque anni di amministrazione - si legge in una nota - Treviso Civica rilancia una sfida ancora più suggestiva e complessa, un vecchio progetto caro alla lista: quello di un grande sistema di boschi periurbani, valorizzando l'esistente e incremementandolo, dando al contempo valore all'agricoltura e alle zone umide e di risorgiva». Anche in questo mandato che va a concludersi, gli interventi per l'ambiente sono stati una delle priorità. La Civica snocciola alcuni interventi: «Le centinaia di nuove piante lungo i bordi delle strade, il restauro arboreo di viale Jacopo Tasso, di viale Vittorio Veneto e della passeggiata delle mura, nonchè il processo di trasformazione di Prato della Fiera sono solo alcuni esempi di attività portate avanti con determinazione dalla lista più longeva della città».
IL PROGETTO
Adesso l'obiettivo diventano i boschi periurbani. Dario Brollo, volto storico di Treviso Civica, sottolinea: «È nostra intenzione rigenerare le zone agricole rimaste nella parte nord della città, per valorizzare la grande biodiversità della zona delle risorgive, da quelle della Storga a quelle del Botteniga, andando a recuperare i lacerti di spazi verdi che sono ancora presenti, qui e lì tra zone industriali e residenziali». Brollo indica alcuni punti in cui intervenire: «Il bosco nei pressi della chiesa di San Bartolomeo, sconosciuto ai più; il parco dell'istituto Ramazzini, o i campi a nord della viale della Repubblica. Stiamo lavorando ad un'idea organica di area verde, agricola e di tutela, per la biodiversità e la salute dei cittadini». Nella lista Treviso Civica ci sono alcune figure attive da anni nell'ambito agricolo e sociale: «Mariangela Bucciol che, con l'aiuto di tante persone, ha strappato campi fertili all'incuria e all'abbandono e li ha trasformati, producendo ortaggi e dando vita alla fattoria sociale Topinambur della Cooperativa Solidarietà».
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