Si è era curata con la Di Bella ora rischia la vita

Venerdì 23 Marzo 2018
IL CASO
TREVISO Tre casi in soli quattro mesi. Tante sono le donne colpite da tumore al seno che dallo scorso dicembre ad oggi hanno rifiutato le cure mediche. Davanti alla malattia, hanno scelto di affidarsi alla medicina alternativa e all'omeopatia. L'ultimo caso è emerso ieri proprio durante la presentazione delle attività di prevenzione della Lilt. «Alla fine dell'anno scorso siamo entrati in contatto con una signora di 50 anni che rifiutava la medicina tradizionale racconta Rita De Mattia, responsabile della delegazione della Lilt di Treviso ci diceva che seguiva la cura Di Bella, senza però entrare troppo nei dettagli». La donna ha comunque frequentato per un periodo il centro della Lilt. Lo viveva come un riparo. Ma ancora non era sufficiente a farle cambiare idea. Fino a gennaio, quando improvvisamente ha accettato di iniziare le cure. L'associazione l'ha subito inviata al Ca' Foncello. E adesso è scattata una corsa contro il tempo per provare a salvarle la vita. Sperando che non sia troppo tardi.
RIMEDI NATURALI
«Ci sono donne che provano a curarsi con rimedi naturali spiega Alessandro Gava, presidente della Lilt provinciale, oltre che primario della Radioterapia dell'ospedale di Treviso si convincono ad accettare le cure vere e proprie solo quando vedono che la situazione peggiora drasticamente e magari iniziano a esserci dei sanguinamenti». In circostanze del genere, in base alle necessità, l'associazione offre un sostegno psicologico, attiva i servizi sociali e quando serve invita le donne a rivolgersi ai servizi psichiatrici. Questo ultimo caso segue quello di una 49enne trevigiana, con un figlio di 12 anni, che ha accettato di farsi curare dalla Breast Unit del Ca' Foncello, diretta da Paolo Burelli, solo tre anni dopo la diagnosi di tumore al seno. Ora è stata sottoposta a un primo ciclo di chemioterapia. E nei prossimi giorni verrà operata. A causa del ritardo, però, le possibilità di sopravvivenza sono calate. Lo scorso dicembre, infine, aveva fatto scalpore il caso di una 55enne che ha convissuto per mesi con un nodulo al seno che continuava a crescere. Anche lei si era affidata a cure alternative. Ma a quel punto non c'era più niente da fare.
INCURABILE
«Quando è arrivata da noi la malattia era già in uno stadio avanzatissimo», ha spiegato Matteo Pistorello, primario del Pronto soccorso e della Medicina d'Urgenza. Le metastasi avevano intaccato praticamente tutti gli organi. E nei primi giorni di dicembre il suo cuore ha smesso di battere.
M. F.
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