Panico in città, telefonate a raffica «Ho sentito lo scoppio fino a casa»

Martedì 25 Settembre 2018
LE TESTIMONIANZE
BELLUNO «L'onda d'urto dopo lo scoppio si è udita fino a casa mia. Ho avuto paura e sono uscito a vedere cosa fosse accaduto». Il residente di un edificio che dà sui binari era lì, ieri pomeriggio, nel piazzale della stazione a guardare cosa fosse successo. È un abitante delle palazzine che sono proprio di fronte all'area di cantiere sui binari dove è avvenuto l'esplosione. Come lui in tanti hanno sentito le finestre tremare e hanno avuto paura.
I CURIOSI
Ma nel piazzale sono arrivati anche tanti curiosi, che sono rimasti per oltre un'ora a guardare i soccorsi per comprendere cosa stesse succedendo. «È scoppiata una bombola», dicevano alcuni. «È esplosa una cisterna», dicevano altri. Tutti avevano visto sollevarsi quel grande polverone e hanno temuto il peggio. Certo la situazione ieri intorno alle 16 era molto delicata. Alla vista di tutte quelle ambulanze in molti presenti hanno pensato al peggio. «C'è anche un morto?» ha chiesto qualcuno, ricevendo per fortuna una risposta negativa.
I COLLEGHI
Nell'area di cantiere invece era palpabile l'agitazione degli altri colleghi dei tre feriti. «Ingegnere - diceva uno dei dipendenti parlando al telefono forse con il responsabile della ditta Segeco o con il referente del cantiere - C'è stata un'esplosione. Uno è messo male ed è stato portato subito a Padova. Gli altri li stanno soccorrendo ora. Non sappiamo ancora cosa sia successo, non si sa cosa abbia originato l'esplosione». E allora l'interlocutore gli ha chiesto di scattare delle foto per capire bene quale fosse la situazione. E la situazione era agghiacciante. Nel frattempo è arrivato sul posto anche un altro lavoratore. Anche lui parla concitato al telefono. Cerca di sottrarsi alle domande dei giornalisti, spostandosi negli angoli più lontani. Alla fine dice chiaramente: «Non possiamo rilasciare alcuna dichiarazione su quanto accaduto».
BOCCHE CUCITE
Nessuna parola nemmeno da parte degli inquirenti. Fin dai primi minuti dopo lo scoppio era arrivato sul posto anche il pm Marco Faion, che indaga sul caso. Dopo aver analizzato tutta la zona e parlato con gli investigatori ha ordinato di allargare ulteriormente l'area sottoposta a sequestro, limitata inizialmente alla zona in prossimità del macchinario. Anche i soccorritori non hanno dato alcuna ricostruzione: nessuna parola dai vigili del fuoco, oltre a un breve comunicato stampa. Nessuna parola dai sanitari, oltre alla comunicazione dell'ospedale di destinazione dei feriti.
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