McDonald's verso la chiusura Salvi tutti i dodici dipendenti

Domenica 16 Dicembre 2018
LAVORO
TREVISO Per loro fortuna, non saranno costretti a rimanere senza lavoro nemmeno un giorno. Si è risolta nel migliore dei modi la vicenda dei dodici addetti del McDonald's di corso del Popolo, in centro a Treviso. Il locale, il primo del famosissimo marchio a sbarcare in provincia, chiuderà i battenti il prossimo 31 dicembre: gli affitti elevati, ma soprattutto la necessità di una profonda (e costosa) ristrutturazione dell'immobile di ponte San Martino hanno indotto la società di gestione a cessare l'attività. La stessa casamadre Usa (McDonald's opera, sul territorio attraverso imprese locali in licenza) non avrebbe più concesso l'autorizzazione. Per i lavoratori, in gran parte donne e a part time, erano partite le lettere di licenziamento.
L'INCONTRO
Ieri mattina si è tenuto un incontro tra i sindacati e i rappresentanti dei licenziatari ed è stato raggiunto un accordo: tranne uno o forse due, che hanno già trovato un nuovo impiego per conto proprio, i restanti dipendenti verranno riassunti nei McDonald's di viale della Repubblica, tra Treviso e Villorba, e di Silea. Questi esercizi fanno capo ad una società diversa da quella del fast food in chiusura, anche se la proprietà in parte coincide.
Edoardo Dorella, segretario generale della Fisascat Cisl, che ha condotto la trattativa insieme ai colleghi della Filcams Cgil, non può che essere soddisfatto: «La situazione non era semplice, con la procedura di mobilità avviata a fine anno i lavoratori sarebbero rimasti a casa, potendo contare solo sul sussidio di disoccupazione. Così invece, dal primo gennaio passeranno tutti al nuovo datore di lavoro, mantenendo continuità occupazionale e inquadramento. Noi ci siamo subito impegnati a tutela dell'occupazione, ma va ringraziata anche la sensibilità dell'imprenditore». Tra l'altro, l'intesa prevede anche che se in futuro il licenziatario (che già gestisce sei ristoranti tra la Marca e le province vicine) dovesse aprire nuove sedi, i lavoratori avrebbero priorità di scelta.
Mattia Zanardo
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