Lo Sceriffo dell'Ontario e la moglie trevigiana nella Marca

Giovedì 20 Settembre 2018
IL RITORNO
TREVISO Un risotto ai finferli, un flute di prosecco. Ed è subito sapore di casa. Blitz al Toulà ieri per Julian Fantino,72 anni, ex ministro canadese con origini a Nordest. Come ogni anno durante le vacanze italiane l'ex politico nordamericano è planato dall'amico Arturo Filippini per un pranzo nel più rigoroso stile made in Veneto. Nato a Tarcento, moglie originaria di Vittorio Veneto, è stato per moltissimi anni il capo della polizia della regione di Toronto. Ma non chiamatelo sceriffo dell'Ontario. «Conosco di nome Giancarlo Gentilini, non sono così addentro alla politica trevigiana- si schermisce - ma l'ordine è sempre stato una tra le mie priorità». Con Filippini sono ormai amici da tempo. «Dal 2000 abbiamo aperto a Toronto El Toulà: lì Julian è ospite fisso» commenta il patron del Toulà.
Capo della polizia ed esponente di punta dei conservatori, Fantino è oggi uscito dalla politica attiva. «Ma ha ancora moltissimo potere» confida l'amico ristoratore. Insieme alla moglie Liviana Debin ogni anno torna in Italia. «Andiamo a trovare i nostri parenti a Vittorio Veneto e Tarcento, siamo molto legati alle nostre radici e parliamo correntemente l'italiano. Il nostro attaccamento all'Italia è fortissimo: abbiamo cimiteri da visitare, parenti vivi con cui ricordare il passato». Nato in Italia, a 11 anni è emigrato in Canada. E lì, nel grande milieu degli Italiani sull'Ontario ha conosciuto la moglie, originaria del Trevigiano. Nella vita professionale prima e politica poi Fantino si è sempre contraddistinto per le posizioni rigorose: difensore dei valori della tradizione, esponente dell'ala più oltranzista si è atto ricordare per le molte battaglia contro i movimenti Lgbt. «Credo che anche in Italia il fondamento debba essere quello della famiglia tradizionale. Abbiamo costruito il nostro benessere attuale grazie alla forza delle famiglie. Sovvertire tutto mi sembra fonte di grandi pericoli per il futuro. Noi abbiamo il dovere di salvare i valori della società cristiana».
Nello scenario geopolitico internazionale Fantino vede come prima minaccia il terrorismo. «Nessuno è davvero sicuro: non lo è l'America ma non lo è neppure l'Italia. Credo che la grande emergenza dei tempi moderni sia proprio questa». Dal terrorismo ai grandi fenomeni migratori che oggi interessano l'Europa, Fantino ha una posizione chiara. «Ho sempre amministrato pensando di dover dare risposte prima di tutto ai miei cittadini. E quindi la frase prima i Veneti o prima i Trevigiani ha un senso. Però di fronte a migrazioni di questa entità tutti dobbiamo avere il cuore grande: non possiamo negare asilo a chi è disperato, e dobbiamo ricordarci anche il nostro passato di emigranti. Il compito della politica è però quello di disciplinare questi fenomeni». Tornare in Veneto è per lo sceriffo ell'Ontario, tornare a casa. C'è qualcosa nell'aria e nella terra, forse sono i sapori, forse sono i legami famigliari. «Ma questo patrimonio è in pericolo - conclude Fantino - gli anziani sono i veri custodi dei legami oltre Atlantico, i giovani sono distaccati e distanti. L'allontanamento dal bilinguismo sancirà la perdita delel origini, reciderà il cordone ombelicale».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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