LA PREVISIONE
TREVISO Un'Italia spopolata, con meno di un terzo degli attuali

Domenica 23 Settembre 2018
LA PREVISIONE
TREVISO Un'Italia spopolata, con meno di un terzo degli attuali abitanti. E una Marca trevigiana non molto più affollata. Questo potrebbe accadere tra un secolo. Per ora, si tratta di uno scenario basato su una mera proiezione statistica, ma di certo ben poco tranquillizzante. Il computo è stato eseguito ieri mattina, a Statisticall, il Festival della statistica e della demografia, in corso a Treviso: in un apposito programma informatico sono stati inseriti il tasso di fertilità attuale (1,34) e l'aspettativa di vita dei bimbi nati oggi (83,4 anni) e, mantenendo inalterati tutti gli altri parametri, è stato calcolato quante persone vivrebbero nel Belpaese nel 2018: dagli odierni 59 milioni e 423 mila residenti, precipiterebbe a poco più di 16 milioni.
Nella provincia di Treviso il crollo demografico sarebbe appena un po' meno traumatico, in virtù di una fertilità ancora leggermente superiore rispetto alla media nazionale, ad 1,49 figli per donna. Lo ribadiamo: si tratta di un conto puramente matematico, che non tiene in considerazione altri fattori sociali. «Ma tra vent'anni saremo comunque già otto milioni in meno e perché ciò si verifichi tra cento anni- ha spiegato il professor Matteo Rizzolli, dell'università Lumsa - è sufficiente comportarsi come adesso: cioè non fare nulla per favorire la natalità e dare sostegno alla famiglia».
Proprio il futuro demografico della Penisola, alla luce del cronico svuotamento delle culle e dello squilibrio tra generazioni, era il tema al centro della seconda giornata della rassegna (in programma fino ad oggi), organizzato dalla Società Italiana di Statistica, con l'Istat e la Società Statistica Corrado Gini di Treviso. «Nella demografia c'è il destino politico ed economico di un paese», ha sintetizzato Rizzolli.
Concetto ribadito pure da Alessandro Rosina, docente alla Cattolica di Milano, e da Walter Colesso ricercatore al Centro della Famiglia, relatori del secondo appuntamento in materie. Dalle ricerche di Rosina è emerso che nei prossimi dieci anni l'Italia perderà due milioni e mezzo di individui nella parte centrale della popolazione. Tre i fattori che maggiormente i giovani percepiscono come ostacoli al loro inserimento nel mondo del lavoro: invecchiamento degli occupati sul posto di lavoro, innovazione tecnologica che richiede competenze che il Paese non offre e immigrazione, anche se, è stato notato, nel 2017 immigrati e emigrati sono stati in numero pari.
Mattia Zanardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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