In aula lui la accusa di stalking «Che paura»

Martedì 20 Novembre 2018
IL PROCESSO
TREVISO (de. bar.) «C'è stato un momento in cui ho avuto paura per la mia incolumità». Mirco Lorenzon ieri ha deposto nel corso dell'udienza del processo a carico della donna che lo ha accusato di maltrattamenti e che lui, a sua volta, ha denunciato per stalking: «Non ho mai picchiato nessuno - è sempre stata la tesi dell'ex assessore provinciale della Lega - era lei che mi telefonava in continuazione, piombava a casa mia di notte. Mi controllava, controllava il mio telefono, voleva sempre sapere con chi ero e con chi parlavo. E non ha accettato il fatto che io non ero interessato ad una relazione con lei, che per me era stata solo una amicizia». Rifiutata, questa la tesi di Lorenzon, la 40enne avrebbe iniziato a perseguitarlo. Ha ripetuto oggi al giudice finti episodi di autolesionismo, persino tentati suicidi. E poi la storia della figlia morta e del cancro, per cui, tra il giugno e il settembre del 2017, avrebbe fatto delle terapie. «Io - ha detto Lorenzon al giudice - la accompagnava in ospedale. Ci restava per poco tempo, più o meno 20 minuti. Quando tornava fuori aveva l'alito che sapeva di caffè. Inutile dire che si è trattato di circostanze che mi hanno reso sospettoso». Poi gli scatti d'ira. Non di lui ma di lei: «Mi faceva paura - ha ricordato l'ex assessore - quando perdeva il controllo diventava ingestibile, una persona incontrollabile. E in effetti c'è stato un momento in cui ho avuto paura per la mia incolumità, sarebbe stata capace di tutto». Sullo sfondo una storia d'amore mai decollata, Lorenzon che non voleva coinvolgersi, lei che sarebbe stata innamorata e che avrebbe tentato di tutto per trattenerlo: «Ci sono stati anche veri e propri dispetti - ha sottolineato Lorenzon durante la sua deposizione - come ad esempio il fango nel serbatoio della benzina».
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