IL DRAMMA
TREVIGNANO La febbre alta e i sintomi dell'influenza lo hanno tenuto

Giovedì 24 Gennaio 2019
IL DRAMMA
TREVIGNANO La febbre alta e i sintomi dell'influenza lo hanno tenuto a casa per tre giorni. Ma i suoi genitori avevano intuito che c'era qualcosa che non andava: Luigi era un ragazzo vivace, sano come un pesce e innamorato dello sport come solo un ragazzino di 14 anni sa essere. E quando si sentiva male non si lamentava mai. Non era da lui. È per questo che giovedì scorso, nonostante qualche linea di febbre, ha deciso di partecipare all'allenamento della sua squadra, il Ponzano Calcio. Giocava da circa sei mesi, faceva il portiere. Venerdì però la febbre è salita vertiginosamente, tanto che il giorno dopo, sabato pomeriggio, papà Giacinto Martignago e mamma Naomi hanno deciso di portarlo in pronto soccorso a Montebelluna. È normale, è il responso dei medici. Semplice influenza. Tachipirina, bere il più possibile e rimanere a letto. E così ha fatto Luigi per i due giorni successivi. Ma non vedendo alcun miglioramento, lunedì i suoi genitori hanno deciso di portarlo anche dal medico di base, per farlo visitare di nuovo. Stessa diagnosi: è influenza, bisogna aspettare che passi. La situazione è precipitata poche ore dopo, lunedì pomeriggio. Erano circa le 16 quando Luigi ha cominciato a dare di stomaco e ad accusare delle forti fitte al petto. Erano degli attacchi cardiaci. Dal Ca' Foncello di Treviso è stata inviata un'ambulanza e per circa un'ora medici e infermieri hanno fatto di tutto per farlo riprendere. Luigi però non ce l'ha fatta. È morto poche ore dopo in ospedale. A tradirlo, stando alle prime ipotesi dei medici del Ca' Foncello, è stata una miocardite di origine virale sviluppata come complicanza dell'influenza. Nessuno, a quanto pare, avrebbe potuto diagnosticarla preventivamente.
GLI ACCERTAMENTI
Sul corpo del ragazzino verrà effettuata, nella giornata di domani, l'autopsia. Ma sono già in corso gli esami di laboratorio che dovranno chiarire il quadro clinico del ragazzo prima del decesso e le complicanze legate al successivo malore che lo ha colto a casa, a Musano di Trevignano. È stato subito escluso, contrariamente alle voci girate in paese subito dopo la tragedia, che la morte di Luigi possa essere ascrivibile a una forma virale o batterica di meningite. I tamponi sono stati tutti negativi. L'ipotesi più probabile, che dovrà trovare conferma nelle analisi, è che il 14enne si stato tradito dal virus influenzale che ha causato la miocardite.
IN SALUTE
Luigi Martignago non aveva mai avuto problemi di salute. È sempre stato un ragazzo sano, un giovane cresciuto in campagna, all'aria aperta, nella casa di famiglia di Musano di Trevignano dove papà Giacinto, artigiano e falegname, è molto conosciuto. Mamma Naomi è di origini giapponesi e i nonni materni, appena raggiunti dalla tremenda notizia, hanno preso il primo volo disponibile e sono partiti dall'altro capo del mondo per stare accanto alla figlia, al genero e all'altra nipotina, Elena, sorella di Luigi, di appena 9 anni. Anche sui campi da gioco, che calcava da qualche mese, Luigi non aveva mai accusato alcuna sofferenza, superando senza problemi anche le visite medico sportive. Una vita molto attiva quella del 14enne che da quest'anno, finite le scuole medie, frequentava il Centro di Formazione Professionale di Fonte. Ci andava regolarmente ogni mattina. Poi ha preso l'influenza.
IL DECORSO
Inizialmente non sembrava nulla di grave, tant'è che Luigi, giovedì scorso, aveva stretto i denti, si era infilato gli scarpini da calcio e aveva partecipato all'allenamento della sua squadra. Il giorno dopo la febbre era salita ancora e ancor di più il giorno successivo, sabato, quando i genitori hanno deciso di portarlo al San Valentino di Montebelluna. Luigi è stato visitato ma i sintomi non erano nè più nè meno, stando al riscontro effettuato, che quelli di un'influenza stagionale. Stessa diagnosi fornita ai genitori lunedì scorso dal medico di base, appena poche ore prima dell'allarme lanciato da mamma Naomi che non sapeva più cosa fare di fronte al 14enne che continuava a rigettare e lamentava dolori al petto. Fino all'arrivo del 118, ormai fuori tempo massimo per poterlo salvare.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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