Fondazione, la nuova linea taglia le società strumentali

Giovedì 13 Dicembre 2018
Fondazione, la nuova linea taglia le società strumentali
I PROGETTI
TREVISO Ieri un breve passaggio per parlare con i collaboratori e impostare le prime cosa da fare, poi una lunga mattinata a Padova per fare lezione ai giovani universitari iscritti a Giurisprudenza. Il primo giorno di Luigi Garofalo come presidente di Fondazione Cassamarca è stato, tutto sommato soft. Da oggi si comincerà a entrare più nello specifico dei vari argomenti. Le idee però sono ben chiare e ruotano attorno ai punti di riferimento indicati un minuto dopo la nomina: conti in ordine, sacrificio, trasparenza, spese contenute e compensi in linea con il reale valore del patrimonio, quindi molto contenuti. E da questa base, Garofalo partirà per nuovi passi. Uno dei primi temi da affrontare sarà quello delle società strumentali: Teatri e Appiani 1. E le novità non mancheranno.
RUOLI
«Il futuro delle società strumentali è un argomento che compete al Consiglio d'indirizzo - premette - e quindi ogni decisione dovrà essere prese in quella sede. Detto questo, personalmente penso che per quel che riguarda la Teatri, il ramo riguardante l'Università debba passare totalmente in mano al Consiglio, mentre per la gestione dei Teatri si sta già lavorando alla creazione di un organo terzo (assieme a Regione e Comune ndr) che ne prenderà la gestione». La Teatri, in poche parole, sparirà. Discorso diverso per la società Appiani 1, lo scrigno che custodisce il tesoretto formato dagli immobili di proprietà di Fondazione: «Anche in questo caso, la mia opinione è che le scelte politiche sulla gestione degli immobili e sulle vendite, debba essere responsabilità del Consiglio d'indirizzo - continua il presidente - mentre la società Appiani rimane strategica per tutte le questione tecniche e fiscali. Ci dovrebbe quindi essere una corretta suddivisione delle competenze tra chi deve esprimere un indirizzo e chi si deve invece occupare delle questioni più tecniche e pratiche».
DEBITI
Garofalo sintetizza anche il quadro della situazione debitoria di Fondazione, il primo problema da affrontare con una certa determinazione: «La situazione è molto chiara - precisa - in capo alla società strumentale Appiani ci sono 150 milioni di debiti nei confronti di Unicredit; poi, in capo a Fondazione, ce ne sono circa 20. Tre anni fa i debiti ammontavano a 195 milioni di euro: 155 riconducibili all'Appiani srl e 40 a Fondazione. Gli accordi con Unicredit, per quanto riguarda i debiti dell'Appiani srl, sono chiari: entro il 2020 devono essere dimezzati, quindi si dovranno versare 75 milioni. Fatto questo, ci saranno altri cinque anni di tempo per saldare il resto». E il percorso verso questo obiettivo di risanamento è già tracciato, concordato sia con Unicredit che con il Ministero delle Finanze. Il presidente e il nuovo consiglio sanno che è questa la partita decisiva, quella più complicata da gestire e da cui dipenderà la il futuro della Fondazione e gli investimenti, che potranno essere programmati solo dal 2020 in poi, quando i bilanci dovranno essere in pareggio.
Paolo Calia
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