Una cabina di regia contro il virus del Nilo

Sabato 11 Agosto 2018
WEST NILE
ROVIGO Febbre del Nilo: non esiste alcuna emergenza, alcun rischio di contagio: l'importante è mantenere la calma, come consigliano la natura stessa del virus e l'attività di profilassi. Soprattutto, però, è il direttore generale dell'azienda sanitaria Ulss 5 Polesine Antonio Compostella a spiegarlo con parole chiare, perché quanto sta accadendo in questi torridi mesi estivi con la Febbre del Nilo è fuori dal normale, ma la situazione è sotto controllo e siamo distanti dal suono dei campanelli d'allarme.
CONSIGLIO STRAORDINARIO
Ieri pomeriggio si è svolto a Palazzo Nodari un consiglio comunale straordinario monotematico, dedicato interamente alla West Nile, a cui sono stati invitati l'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, l'assessore regionale polesano Cristiano Corazzari, il direttore generale dell'Ulss 5 Antonio Compostella e il direttore sanitario Edgardo Contato. Il virus in questi primi due mesi estivi ha finora portato al ricovero di 33 persone in tutto il polesine, di cui la maggioranza dal Medio e Alto Polesine (Badia Polesine, su tutti). La convocazione dell'assemblea cittadina del capoluogo è stata richiesta soprattutto dall'opposizione e da una parte della maggioranza, come il leghista Fabio Benetti.
«Non è la prima volta che parliamo di West Nile, è chiaro però la situazione ha preoccupato me e non solo in questo periodo perché si è notato un chiaro aggravamento rispetto a quanto avveniva negli anni scorsi - ha ammesso Compostella - Parlo del numero di contagi e di zone colpite, oltre purtroppo a qualche decesso. Non siamo qui oggi a combattere il virus in sé, ma siccome sappiamo che la zanzara è comune nelle nostre zone, abbiamo tutte le possibilità per debellarla visto che è il primo portatore del virus. Non dobbiamo parlare solo di arginare il problema attuale, ma anche di cosa fare per non arrivare alla prossima primavera con uno scenario uguale o peggiore di quello odierno. Perché se prima riguardava il decoro, ora la questione riguarda la sicurezza sanitaria, nella speranza che si apra un confronto con un programma serio e attuale per affrontare il problema nel 2019 che è ormai alle porte».
INTERVENTI COORDINATI
Il direttore Compostella ha spiegato che non esiste un'emergenza e che la ricetta per affrontare il problema è la disinfestazione coordinata del territorio, soprattutto dal punto di vista cronologico, con una regia unica ed unita: «La presenza del virus è stata portata nei decenni precedenti a macchia di leopardo sul territorio, presenza che quest'anno è stata dichiarata endemica dal Ministero, ovvero in tutto il territorio polesano - ha precisato - Questa situazione è uno degli elementi che ci permettono di spiegare perchè da quest'anno, dal punto di vista numerico e della casistica delle persone a cui è stata diagnosticata la malattia, il numero è significativamente aumentato. Se l'anno scorso abbiamo finito la stagione con circa otto casi, alle ore 15 del giorno 10 agosto siamo a 33 casi, tra confermati e sospetti. È evidente che c'è un aumento significativo e importante della casistica. Il mio non è un atteggiamento superficiale, non c'è alcuna situazione di emergenza o contagio, termini improvvidamente utilizzati dalla stampa. Non per riprendere chi scrive, ma perché possono generare una preoccupazione che fortunatamente non c'è. Il virus è portato dalle zanzare Culex Pipiens e dagli uccelli, non avviene da persona a persona. L'80 per cento delle persone colpite potrebbe avere il virus e nemmeno saperlo, perché non sviluppa i sintomi. Solo l'1% contraggono una forma neuroinvasiva, che può essere pericolosa. È importate che la disinfestazione avvenga con una modalità coordinata tra i comuni: avrebbe poca utilità fare disinfestazione a fine stagione e magari il comune limitrofo non la fa, oppure l'altro la fa dopo 15 giorni, perché avrebbe efficacia limitata». «Il suggerimento da tecnici - conclude il direttore Compostella - è quello di un'attività di coordinamento assunta dall'Ulss, come avvenuto negli anni passati in Basso Polesine, che sia quanto più possibile omogenea anche nei tempi. Non è possibile che la maggior parte della casistica l'abbiamo nel Medio-Alto polesine, mentre sono ridotti i casi in Basso Polesine dove è in uso una attività di disinfestazione omogenea come modalità e cronologia».
Alberto Lucchin
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