Truffato un 92enne in carrozzina

Domenica 22 Luglio 2018
STOP AI RAGGIRI
ROVIGO La truffa del finto avvocato per una volta è finita male per i truffatori e bene per la vittima. Ad essere preso di mira è stato un professionista in pensione di 92 anni, disabile, costretto in carrozzina, residente in Commenda. Il copione è, purtroppo, collaudato.
FINTO INCIDENTE
Venerdì pomeriggio la vittima ha ricevuto una telefonata a casa da parte un sedicente avvocato della Compagnia di assicurazione dell'auto il quale sosteneva che la figlia aveva causato un incidente stradale, era trattenuta dai carabinieri e che la cosa sarebbe potuta essere risolta in modo bonario con un risarcimento immediato di circa 4mila euro. Questo il copione telefonico recitato dalla prima persona. E qui entra in scena il secondo complice: sfruttando una falla della telefonia fissa, che lascia occupata la linea telefonica se uno dei due interlocutori non riaggancia, la vittima viene invitata a contattare la figlia dallo stesso telefono, ma a rispondere è un complice il quale si finge maresciallo dei carabinieri della caserma tal dei tali e conferma la versione del primo uomo. A questo punto il terzo complice si presenta, ben vestito e coperto da berretto e occhiali, alla porta di casa della vittima, dopo qualche minuto, allo scopo di riscuotere il denaro concordato o i gioielli di pari valore, dando il tempo alla vittima, convinta dalle telefonate, di mettere insieme contanti e beni personali per un valore di circa 4mila euro.
GIOIELLI DI FAMIGLIA
L'anziano rodigino, residente in Commenda, ha svuotato la propria cassaforte, radunando tutti i gioielli di famiglia compresi medaglie storiche, gioielli di grande valore economico ed affettivo e ha avuto pure la cura di imbustare ordinatamente tutti gli oggetti d'oro che aveva in casa, pur di risolvere il finto problema della figlia con la quale non era riuscito effettivamente a parlare. Il valore complessivo era probabilmente addirittura maggiore di 4mila euro. In genere qui le truffe si concludono. In questo caso invece la messinscena dell'arresto della figlia della vittima è finita con l'arresto, vero, di tre giovani napoletani da parte degli uomini della Questura di Rovigo.
COLTI IN FLAGRANZA
La polizia era allertata da segnalazioni secondo cui a Rovigo era in corso un'attività di truffa. Durante un controllo hanno rintracciato i tre uomini e seguito tutta la scena e hanno atteso che i tre truffatori mettessero in pratica il loro piano per arrestarli in flagranza. Poi è scattato il blitz dei poliziotti. Sono stati fermati nell'auto, dove oltre al bottino appena sottratto all'anziano, la polizia ha trovato anche 3.250 euro in contanti giustificati come stipendio da lavoro che in realtà nessuno dei tre uomini ha.
Hanno confessato tutti e tre quasi subito, giustificandosi davanti ai poliziotti con il fatto che a Napoli non si trova lavoro e bisogna pur mangiare e provvedere alla famiglia. Non certo sulle spalle di un anziano disabile, però.
L'operazione è stata condotta dalla Squadra Mobile di Rovigo condotta dal commissario capo Gianluca Gentiluomo con la sezione reati contro il patrimonio guidata dal commissario capo Sergio Busson.
FRATELLI IN MANETTE
Fabio Cangiano, 36 anni, Alfredo Cangiano, 29 anni, e Mariano, 34 anni, fratelli, tutti napoletani, sono quindi stati arrestati venerdì pomeriggio. La direttissima, celebrata in tribunale a Rovigo ieri mattina davanti al giudice Laura Contini, è terminata con la convalida dell'arresto e la misura dei domiciliari per tutti e tre. Nonostante la richiesta del pm di custodia in carcere, il giudice non ha potuto assegnare una misura ulteriore poiché i tre non hanno condanne passate in giudicato. Solo uno dei tre risulta avere precedenti specifici.
L'anziano ha ricevuto la notizia del ritrovamento del bottino ancor prima che potesse fare denuncia. Alla chiamata della Polizia, ha spiegato di avere contattato la figlia solo pochi minuti prima e aver capito che lei non aveva avuto o causato alcun incidente. Presto il rodigino potrà riavere i suoi gioielli di famiglia. Mentre per la Polizia il lavoro non è terminato: si continuerà a indagare per capire a chi possano essere stati sottratti i contanti ritrovati nell'auto dei tre napoletani.
Roberta Paulon
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