MOBILITAZIONE
ROVIGO Mobilitazione generale di tutto il Polesine a partire da

Sabato 11 Agosto 2018
MOBILITAZIONE
ROVIGO Mobilitazione generale di tutto il Polesine a partire da settembre e per tutto l'autunno per porre l'attenzione sulle criticità del comparto socio-sanitario, con particolare accento sull'abbandono dell'ospedale di Rovigo come hub da parte della Regione, con il conseguente rischio di creare deficienze per alcune alte specializzazioni. E attenzione alla spinta verso la privatizzazione crescente, che potrebbe riguardare anche i medici di base, così come all'investimento nelle professioni sanitarie e riforma delle Ipab, gli istituti pubblici di assistenza e beneficenza.
Sono questi i principali temi toccati dalla Cgil, dal segretario Fulvio Dal Zio, ma anche dal responsabile della Funzione pubblica, Davide Benazzo, da quello del Welfare, Giuseppe Franchi, e da Daniela Argenton, segretaria generale del settore pensionati. «L'incipit deriva dalla chiusura del punto nascite di Adria, dopo che quello di Trecenta già era stato abbandonato - ha dichiarato il segretario Dal Zio - Nel nuovo piano regionale sono stati individuati soltanto cinque ospedali da considerare centrali, vale a dire i cosiddetti hub, e Rovigo e Belluno non rientrano tra questi, con il serio rischio che si diventi periferici nel sistema sanitario. Preoccupa il fatto che la legge regionale di riforma delle Ipab, gli enti che garantiscono assistenza come ad esempio le case di riposo, sia stata presentata subito dopo la rielezione a presidente di Zaia, ma ancora non sia stata convertita in fatti. Lasciando la situazione così immutata, il rischio serio è quello di assistere ad una progressiva privatizzazione, scaricando poi sui cittadini il costo maggiore delle strutture».
AZIONE DI RETE
La proposta è, quindi, quella di aprire una fase di interventi congiunti, con il consenso di Cisl e Uil e il confronto con le forze politiche e i soggetti istituzionali, per informarli del potenziale rischio. «Portare Rovigo ad essere una struttura periferica o smembrata sarebbe la vera sconfitta della Regione - attacca Davide Benazzo - Daremo in mano ai privati anche i medici di base? È una situazione inaccettabile e non si può pensare di perdere l'attuale sistema socio-sanitario, considerato un orgoglio. Cominciano pure ad esserci grosse criticità sul tema dei lavoratori ed è sempre più difficile trovare medici e professionisti che vogliano venire a Rovigo. La politica fino ad oggi è stata assente ed è contestabile anche quanto dichiarato dal primo cittadino di Rosolina, Claudio Vitale, presidente della Conferenza dei sindaci, che ha promosso a pieni voti il direttore generale Compostella. Se davvero andasse tutto bene, non dovremmo assistere a questo arretramento qualitativo. Nulla da dire sul dirigente, ma è come se dopo una partita bruttissima venisse dato un premio all'allenatore».
SERVIZI AGLI ANZIANI
Polesine terra di anziani secondo i dati forniti da Daniela Argenton, con un 25% della popolazione formata da ultra sessantacinquenni, 18mila e oltre persone sole e più di 15mila sopra gli ottant'anni. «Servono continuità nelle cure e strutture intermedie, ma i pensionati denunciano soprattutto sempre più bisogno di assistenza e domiciliarità, maggiori esenzioni per far fronte ai costi alti che, con le pensioni basse, spesso fanno sì che le persone non si curino o rimandino gli interventi necessari». Senza dimenticare la geografia particolare. «La conformazione della provincia necessita di spostare i servizi sul territorio - ha concluso Giuseppe Franchi -, scostandosi da una visione centralizzata che ha portato all'abbandono di strutture. Finora i sindaci dove sono stati? Per questo è necessario un giro nelle varie comunità per spiegare cosa sta realmente accadendo».
Andrea Gardina
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