LA STORIA
ROVIGO Una storia fatta di dolore, salita anche alla ribalta televisiva

Giovedì 20 Settembre 2018
LA STORIA
ROVIGO Una storia fatta di dolore, salita anche alla ribalta televisiva nazionale. Tutto risale alla notte fra il 2 e 3 dicembre del 2008. Benedetta, che insieme al marito Davide si era trasferita da pochi mesi a Fiesso Umbertiano, era arrivata all'ospedale di Rovigo con le doglie alle 10 di mattina. Eleonora vedrà la luce pochi minuti dopo la mezzanotte. Quanto accaduto in quelle drammatiche ore di travaglio è stato oggetto di numerosissime perizie e consulenze. In particolare, le scelte compiute fra le 21.40, quando la madre è stata accompagnata in sala parto, con anomalie nei tracciati, e le 23.30, quando è stata invece trasferita in sala operatoria per il cesareo. Nella sentenza di primo grado del Tribunale di Rovigo, le due dottoresse erano state assolte dall'accusa di lesioni personali colpose. Ma il 15 marzo scorso la Corte d'Appello di Venezia, ribaltando l'assoluzione in primo grado, ha riconosciuto la loro responsabilità, pur dichiarando il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, per negligenze consistite sostanzialmente nell'aver ritardato il taglio cesareo che avrebbe potuto evitare o limitare i danni cerebrali della bambina.
Una ricostruzione fatta propria anche dal giudice civile Paola Gongiu: «Il tracciato cardiotocografico presentava elementi patologici e segnalava una sofferenza fetale, che avrebbero dovuto indurre un diverso comportamento ostetrico, ossia attivarsi per procedere nel più breve tempo possibile all'espletamento del parto tramite taglio cesareo». Ma anche l'organizzazione ospedaliera è tirata in ballo: «All'epoca dei fatti nel presidio ospedaliero di Rovigo non era previsto il funzionamento costante di una sala operatoria nelle ore notturne e, in particolare, dopo le 20. Infatti tutto il personale specializzato di sala operatoria, era a turnazione in reperibilità, con obbligo di intervento entro 30 minuti dalla chiamata».
F.Cam.
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