I sindacati accusano: «Acquevenete non risponde»

Lunedì 22 Ottobre 2018
SINDACATI
ROVIGO Le segreterie Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil di Padova e Rovigo, esprimono la preoccupazione su Acquevenete, nata quasi un anno fa dalla fusione tra Polesine acque con Cvs.
«La gestione di questa fusione sta comportando una nuova organizzazione che impatta pesantemente sulla vita personale e sulle tasche dei cittadini, a causa delle disparità salariali che si applicano sul territorio - affermano le tre segreterie sindacali - più volte abbiamo richiesto trasparenza al tavolo di trattativa sindacale a questa azienda, che sta attuando una gestione unilaterale dei percorsi di crescita professionale, di gestione del personale, creando un malcontento generale nei lavoratori, che sicuramente si ripercuoterà sulla qualità del servizio».
I NODI
I sindacati evidenziano che «l'organigramma della società non è disponibile e non ci è consentito verificare la congruità dei salari con le reali mansioni svolte e con la professionalità che quotidianamente viene esercitata dai lavoratori. La preoccupazione sta nel fatto che Acquevenete gestisce il bene comune e utilizza risorse economiche che arrivano dalla tariffa pagata dai cittadini. Queste operazioni non avranno alcuna ricaduta positiva nei confronti della tariffa. Siamo davanti a una società che si muove in totale autonomia e dove le decisioni non sono condivise, nemmeno quelle che potrebbero essere strategiche per ottimizzare la gestione come, per esempio, gli orari di lavoro, con pesanti ricadute sul servizio. Purtroppo è da un po' che la dirigenza cerca di spostare le responsabilità verso coloro che quotidianamente, per grande senso di rispetto nei confronti del bene comune, prestano la propria azione imbarazzati dal fatto di impattare, improvvisamente, contro un muro di negazioni».
M.Sca.
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