ENTI PUBBLICI
ROVIGO No al Consvipo come mero poltronificio. A lanciare un monito

Lunedì 22 Gennaio 2018
ENTI PUBBLICI
ROVIGO No al Consvipo come mero poltronificio. A lanciare un monito sul Consorzio di sviluppo, chiedendo che vengano scelte «nel nuovo consiglio di amministrazione, figure di riconosciuto spessore e rilievo, che sappiano abbinare competenze tecniche e capacità politiche», è il sindaco di Polesella e vicesegretario del Pd, Leonardo Raito.
LE TRAME
Con toni pacati entra nel pieno di una vicenda che sotterranea, sta seminando zizzania all'interno della politica locale, in particolare nelle fila del centrodestra che è riuscito a ottenere la testa di Angelo Zanellato, dimessosi a fine dicembre, ma che ora ha il compito di mettere d'accordo tutti gli interessi in ballo. Per una sintesi che con le elezioni politiche alle porte, non sembra essere agevole, visti anche gli attriti, più o meno velati, interni proprio ai partiti che dovrebbero comporre la coalizione sull'asse Forza Italia-Lega-Fratelli d'Italia. Il nome che circola è quello di Claudio Paron, già nel consiglio di Ascopiave, che sembra essersi riavvicinato a Forza Italia seguendo una parabola analoga a quella di Paolo Avezzù.
L'ANALISI
Raito nota come «il faticoso accordo raggiunto per salvare l'ente dalla liquidazione e per cercare di dare nuovo slancio a una struttura di coordinamento di un territorio amministrativamente molto frastagliato come la provincia di Rovigo, impone agli enti soci di effettuare scelte responsabili per una governance nuova in grado di interpretare al meglio i bisogni del territorio e di incanalarli verso un progetto di rilancio senza il quale il Consorzio è, volente o nolente, destinato alla chiusura e allo smantellamento. Pensare che i partiti polesani e i soci pensino solo a occupare caselle per accontentare qualcuno o sfamare appetiti diversi, ha davvero poco senso: non solo sarebbe irrispettoso nei confronti del Consorzio, ma anche dei cittadini e dei soci. La politica deve fare «la sua parte, deve lavorare allo snellimento dei costi di gestione, prendere atto del desiderio di soci storici come la Provincia di uscire dalla compagine societaria, strutturare il Consvipo per dare risposte concrete al territorio».
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