Avezzù, la maggioranza pensa alla sfiducia

Martedì 13 Novembre 2018
Avezzù, la maggioranza pensa alla sfiducia
POLITICA
ROVIGO Si fa sempre più feroce la lotta interna alla maggioranza. Da una parte i fedeli al sindaco Bergamin, cioè (quasi) tutti i componenti dei gruppi consiliari di Lega, Presenza Cristiana e Misto. Dall'altra Luca Paron, Carmelo Sergi e Paolo Avezzù di Obiettivo Rovigo, che un mese fa si sono dichiarati parte della maggioranza critica, di cui però, attualmente, fanno parte solo loro. «Renderanno conto del loro operato alla città» è il commento di Bergamin contro quella situazione che da semplice mal di pancia è diventata una vera e propria guerra fredda.
GUERRA DI NERVI
Dallo scorso luglio, il presidente del consiglio Avezzù ha cominciato a prendere le distanze dalla maggioranza di cui fa parte dal 2015. Prima il terreno di scontro è stato il trasporto scolastico, poi per il bando periferie e la riqualificazione dell'ex ospedale Maddalena, adesso invece è diventato quello del Consorzio Universitario Rodigino. In ballo ci sono il destino di sei dipendenti del Cur, che il 31 dicembre potrebbero perdere il loro posto di lavoro qualora non sia trovata una soluzione relativa ai finanziamenti dell'ente. Bergamin la settimana scorsa aveva espresso la propria idea di una fusione tra un rinnovato Consvipo e Cur. Posizione politica criticata da Obiettivo Rovigo, che ha proposto di sottrarre risorse del bilancio da altri capitoli meno importanti. Bergamin, per tutta risposta, ha allora delegato Avezzù ad andare al consiglio di amministrazione del Cur che si terrà oggi alle 17, dove verrà discusso anche il destino di quei sei dipendenti.
IL GRAN RIFIUTO
Un invito rispedito al mittente, visto che Avezzù ritiene che questo compito esecutivo non si addica ad una figura super partes come quella del presidente del consiglio. Ma Avezzù è sopra le parti? Sorniona la risposta di Bergamin: chiedetelo a lui. Alcuni di quelli che oggi dicono la propria, avrebbero dovuto stabilizzarli prima quei lavoratori - sbotta Bergamin - Il fulcro politico della questione è che sono 15 anni che quelli sono precari, sin da quando Avezzù era sindaco. Magari ci spiegherà lui perché non si poteva assumerli a tempo indeterminato all'epoca. Nel tempo qui ci sono stati Paolo Avezzù, Fausto Merchiori, Bruno Piva e il commissario prefettizio Claudio Ventrice: arriviamo noi qua e adesso tocca a noi. Mi è stato detto che quei dipendenti non rimarranno a casa dall'1 gennaio, saranno ricollocati ma non si sa ancora dove. Però mi immagino l'entusiasmo di chi c'era al posto mio all'epoca, dicendo a quelle persone intanto stai qui, che poi sistemiamo, vedrai che una soluzione la troveremo». «Stesso comportamento tenuto sull'ex piscina Baldetti - aggiunge il sindaco - Eppure sanno che la Fondazione Cariparo è quella che ha detto no alla stabilizzazione di quei lavoratori e dal prossimo anno stanzierà 100mila euro in meno per il Cur. Propongono di togliere soldi dalle opere pubbliche, ma erano quelli che dicevano che andavano fatte, prendendo impegni con le persone negli incontri pubblici. Il Comune conferma il proprio contributo ordinario di 20mila euro all'anno al Cur, conferma anche il contributo straordinario dando a proprie spese la sede di via Marconi».
La guerra fredda tra Bergamin e Avezzù continuerà ad andare avanti parecchio, perché nessuno può far cadere l'altro. Obiettivo Rovigo, composta da tre consiglieri, potrebbero formare il numero minimo necessario per far cadere l'Amministrazione, con il risultato, però, che al prossimo turno elettorale si troverebbero contro quel che rimane del centrodestra, più il resto del centrosinistra e delle civiche avverse. Bergamin, d'altro canto, non ci tiene a cadere andando a modificare il ruolo di Avezzù in consiglio, per esempio avallando una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Anche se su questa possibilità rimanda alla sua maggioranza: se lo riterranno opportuno, potranno farlo.
Alberto Lucchin
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