Zaia riapre la porta a Torino: «Può rientrare, basta tormentoni»

Giovedì 20 Settembre 2018
Zaia riapre la porta a Torino: «Può rientrare, basta tormentoni»
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VENEZIA «Sono un inguaribile ottimista e penso che la soluzione del tridente sia ancora oggi la migliore». Il governatore Luca Zaia non è certo uno che si abbatte facilmente, soprattutto se in ballo ci sono progetti in cui crede fermamente. Come le Olimpiadi invernali a Cortina. E mentre a Losanna si discute sulla candidatura Milano-Cortina, continua a tenere la porta aperta per un inaspettato ritorno anche di Torino: «Invito tutti a ripensarci - dice - perché abbiamo chiuso un bel dossier e il Coni ha già ottenuto dal Cio la possibilità di far firmare i tre sindaci, il che è una cosa unica. Se Torino vuole fare una controproposta siamo qui». Aspettare Torino non vuol però dire morirci dietro: «Comunque - precisa - se non va a tre, c'è la soluzione della falange macedone Lombardia-Veneto. È vero che Cortina e Milano dovrebbero trovare 600 milioni di euro, e sono tanti soldi, ma è anche vero che se le Olimpiadi non si fanno, si perdono 980 milioni di finanziamenti del Cio». Zaia tenta poi di scansare le polemiche, ma non si trattiene quando gli viene fatto notare che tra il Movimento 5 Stelle e giochi Olimpici sembra esserci un conto aperto: no alla candidatura di Roma nel 2016 e adesso lo sgambetto a Torino. «Questo tormentone deve finire. Se non vogliono le Olimpiadi, che non si candidino. Torino, governata dal Movimento 5 Stelle, si è candidata. E adesso sentire dire che le Olimpiadi sono uno spreco, lo trovo poco rispettoso».
IL CONI
Resta ottimista anche il presidente del Coni Giovanni Malagò: «Mi unisco all'auspicio del presidente Zaia, perché eravamo ad un centimetro dalla soluzione finale. Spero che prevalga ancora il buon senso, di fare una cosa tutta insieme, italiana». A sostegno della candidatura Milano-Cortina anche il senatore Adriano Galliani e il deputato Marco Marin di Forza Italia: «Il progetto Milano-Cortina è vincente. Ma se il governo decidesse di rimanere latitante di fatto indebolirebbe la candidatura italiana. Gli chiediamo di schierarsi a fianco di Milano, Cortina e del Coni».
I NUMERI
Servono 374 milioni come fidejussione richiesta dal Cio a garanzia della candidatura. Circa 180 milioni a regione. Soldi che non saranno a fondo perduto perché serviranno per la costruzione di infrastrutture da utilizzare anche in futuro. Il sistema economico di Lombardia e Veneto ha la forza per poter fare questo passo. Il governatore lombardo Attilio Fontana insieme ai suoi tecnici sta mettendo appunto un piano economico per garantire la sua quota. Soldi che verranno dilazionati negli otto anni che mancano da qui al 2026. Praticamente 23 milioni all'anno. Il ragionamento è stato fatto nell'ipotesi peggiore, ossia quella in cui siano le regioni a dover finanziare. «Il Pil di Lombardia e Veneto è più alto di quello della Svezia. Io quindi non mi fascio la testa su questo, qui c'è un'imprenditoria che di fronte a un progetto serio potrà aiutare», rimarca il sindaco di Milano, Beppe Sala. Infine si sta studiando la fattibilità di avere una proiezione di ricavi, per costituire un fondo misto pubblico privato dove far confluire risorse dirette, garanzie che occorrono al Cio per la candidatura e far confluire nello stesso fondo immobili e relativi impianti e creare quell'autonomia chiesta da Palazzo Chigi.
P. Cal.
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