IL VOTO
ROMA Via libera definitivo da Montecitorio alla pace fiscale, la sanatoria con la quale il governo spera di recuperare tra i 2 e i 3 miliardi di euro. Ma rispetto al progetto iniziale - complici sia la volontà di chiudere in fretta sia le polemiche per le pendenze con l'erario di Antonio Di Maio, il padre del vicepremier Luigi - sono saltati il saldo e stralcio per le cartelle dei contribuenti in difficoltà, la rottamazione per le tasse locali (Imu e Tasi) e, soprattutto, la dichiarazione integrativa sugli importi fino a 100.000 euro l'anno con un'imposizione sostitutiva del 20% sulle cosiddette somme dimenticate sino a un massimo di 30mila euro. Ieri la Camera ha approvato il decreto legge fiscale con 272 voti a favore, 143 contrari e tre astenuti: un testo che a dispetto del nome spazia in tanti campi come telecomunicazioni e banche.
Il pezzo più importante è quello relativo alla pace fiscale: con la rottamazione ter si potranno saldare le cartelle emesse fino al 31 dicembre 2017 in cinque anni e in 4 rate, senza sanzioni e interessi di mora. Si potranno, poi, correggere gli errori formali, pagando un forfait di 200 euro per ogni anno d'imposta non versato. Cancellate le minicartelle entro i mille euro. Sconto del 10% anche per chi chiude i contenziosi in sede giurisprudenziale: ma si verserà solo il 40 in caso di vittoria in primo grado, il 15 in appello e il 5 se si è avuto ragione nei due gradi di giudizio.
Detassate, poi, le sigarette elettroniche. Scattano dal primo gennaio 2019 l'obbligo della fatturazione elettronica e dal 2020 la dichiarazione precompilata Iva. Raddoppiate le multe per gli automobilisti senza assicurazione, con possibile ritiro della patente. Sopra i 10 euro saranno tassati dell'1,5% i pagamenti extra Ue attraverso i money transfer.
Il bonus per le famiglie con figli nati nel 2019 arriva a 960 euro per i nuclei con un reddito Isee entro i 25.000 euro. Si raddoppia l'assegno sotto i 7.000 euro. Dal secondogenito il sussidio cresce del 20%. Infine, sono stati introdotti incentivi tariffari per favorire la creazione di una rete unica delle telecomunicazioni, dove far confluire le infrastrutture di Tim e di Open Fiber.
Francesco Pacifico
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA Via libera definitivo da Montecitorio alla pace fiscale, la sanatoria con la quale il governo spera di recuperare tra i 2 e i 3 miliardi di euro. Ma rispetto al progetto iniziale - complici sia la volontà di chiudere in fretta sia le polemiche per le pendenze con l'erario di Antonio Di Maio, il padre del vicepremier Luigi - sono saltati il saldo e stralcio per le cartelle dei contribuenti in difficoltà, la rottamazione per le tasse locali (Imu e Tasi) e, soprattutto, la dichiarazione integrativa sugli importi fino a 100.000 euro l'anno con un'imposizione sostitutiva del 20% sulle cosiddette somme dimenticate sino a un massimo di 30mila euro. Ieri la Camera ha approvato il decreto legge fiscale con 272 voti a favore, 143 contrari e tre astenuti: un testo che a dispetto del nome spazia in tanti campi come telecomunicazioni e banche.
Il pezzo più importante è quello relativo alla pace fiscale: con la rottamazione ter si potranno saldare le cartelle emesse fino al 31 dicembre 2017 in cinque anni e in 4 rate, senza sanzioni e interessi di mora. Si potranno, poi, correggere gli errori formali, pagando un forfait di 200 euro per ogni anno d'imposta non versato. Cancellate le minicartelle entro i mille euro. Sconto del 10% anche per chi chiude i contenziosi in sede giurisprudenziale: ma si verserà solo il 40 in caso di vittoria in primo grado, il 15 in appello e il 5 se si è avuto ragione nei due gradi di giudizio.
Detassate, poi, le sigarette elettroniche. Scattano dal primo gennaio 2019 l'obbligo della fatturazione elettronica e dal 2020 la dichiarazione precompilata Iva. Raddoppiate le multe per gli automobilisti senza assicurazione, con possibile ritiro della patente. Sopra i 10 euro saranno tassati dell'1,5% i pagamenti extra Ue attraverso i money transfer.
Il bonus per le famiglie con figli nati nel 2019 arriva a 960 euro per i nuclei con un reddito Isee entro i 25.000 euro. Si raddoppia l'assegno sotto i 7.000 euro. Dal secondogenito il sussidio cresce del 20%. Infine, sono stati introdotti incentivi tariffari per favorire la creazione di una rete unica delle telecomunicazioni, dove far confluire le infrastrutture di Tim e di Open Fiber.
Francesco Pacifico
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