E ora la Sicilia mette i paletti I veneti: rinunci alla specialità

Venerdì 22 Febbraio 2019
E ora la Sicilia mette i paletti I veneti: rinunci alla specialità
IL VOTO
VENEZIA «Chi è favorevole resti seduto; chi è contrario si alzi». All'ordine di Gianfranco Miccichè, presidente dell'Assemblea regionale siciliana che sull'isola è nota come «Ars» ma pure come «Parlamento», non si è mosso nessuno: così mercoledì all'unanimità è stato approvato l'ordine del giorno che sostanzialmente impegna il governo Musumeci a chiedere a Palazzo Chigi di subordinare la stipula delle intese con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna al soddisfacimento di una perequazione tra Nord e Sud. Il voto è arrivato al termine di due sedute dedicate al regionalismo differenziato, un'attenzione che ha fatto infuriare i colleghi veneti: «Ma proprio la Sicilia, che è statuto speciale, mette i bastoni fra le ruote a noi che chiediamo l'autonomia?» .
LE PAROLE
Video e resoconto stenografico dei due pomeriggi di dibattito a Palazzo dei Normanni restituiscono il senso di una mobilitazione trasversale. Non a caso alla fine dei lavori il presidente Miccichè, ex ministro alla Coesione territoriale rientrato in Forza Italia dopo aver guidato Grande Sud, ha esultato così su Facebook: «Non c'è dubbio che oggi sia stata una bella giornata per la Sicilia e per tutto il Parlamento. Era da tanti anni che non accadeva una cosa simile all'Ars». E ancora: «Ora toccherà al governo regionale, che avrà a disposizione un mandato ampio, andare a trattare con Roma. È un bel momento perché tutti i partiti, compresi quelli che stanno oggi al governo nazionale, hanno detto di essere pronti a firmare lo stesso ordine del giorno».
LA RABBIA
Un documento che però ha scatenato la rabbia a Palazzo Ferro Fini. Sbotta il consigliere regionale Alberto Villanova (Zaia Presidente): «La Regione più autonoma d'Italia, la Sicilia, vota contro la concessione di autonomia al Veneto. Se i parlamentari siciliani non vogliono che altri ottengano i diritti sanciti dalla Costituzione, allora rinuncino allo Statuto speciale». Ieri il trevigiano ha depositato una mozione, «da inviare anche ai governatori di Lombardia, Emilia Romagna e, appunto, Sicilia», per impegnare la giunta Zaia «a invitare la Regione insulare ad avviare una procedura finalizzata alla equiparazione della propria forma di governo a quella delle Regioni ordinarie». La provocazione è politica: «Grazie alla sua particolare forma di governo evidenzia Villanova la Sicilia ha potuto godere fino ad oggi di benefici inimmaginabili per le altre regioni, sia in termini di gestione amministrativa, che di vantaggi fiscali. Eppure, nell'ordine del giorno approvato, si chiede l'adozione di ogni iniziativa volta a tutelare le ragioni a salvaguardia delle prerogative autonomistiche, sia in sede politico-amministrativa, che giurisdizionale, impugnando ogni disposizione della legge di approvazione e recepimenti che violino l'unità nazionale, l'uguaglianza, la solidarietà, e l'uniformità su tutto il territorio nazionale».
È troppo anche per Stefano Casali (Centro Destra Veneto): «Miccichè si occupi della buona amministrazione della Sicilia e non delle risorse dei veneti. Sorprende che i movimenti politici che in Veneto hanno sostenuto l'autonomia, in Sicilia in qualche modo la osteggino».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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