Sufi contro Taher: «Studi il vero Islam e non dica di chiudere la moschea»

Martedì 17 Luglio 2018
LA POLEMICA
Mohamed Abbas Sufi risponde al commerciante Taher Djafarizad, e la polemica interna alla comunità islamica pordenonese si incendia. Djafarizad aveva tuonato così: «Il Centro islamico della Comina dovrebbe essere chiuso». Pronta la risposta dell'ex sindacalista di origine somala: «Ormai ogni giorno ne vediamo delle belle, oltre agli islamofobi ci mancava chi a Pordenone dice che il Centro culturale islamico deve essere chiuso, su che base poi. La sua è solo una boutade da circo e un'illazione. La pensano così gli islamofobi. Ormai nessuno nella società moderna sostiene quanto dice il venditore di tappetti di Pordenone, in quanto si sa che è meglio avere un centro culturale islamico legale aperto come luogo di culto ed accessibile a tutti che un sottoscala illegale». Abbas Sufi poi prosegue: «Il Centro culturale Islamico di Pordenone è uno dei primi che ha adottato la doppia lingua (araba-italiana nei sermoni del venerdì e nelle discussioni) per tutelare tutti i suoi membri». Dopo aver chiarito di non essere contro il sistema di videosorveglianza, l'ex sindacalista conclude così: «Se qualcuno ha notizia di reato, ha l'obbligo di denunciare all'autorità competente, non è sufficiente fare illazioni. Discutere in modo pubblico e trasparente vuol dire far parte di una comunità viva che, al di là della fede, condivide e discute alla luce del solesu tutti i temi che riguardano la comunità in generale. Aggiungo che il Centro culturale islamico non è solo dei fedeli mussulmani, ma è stato aperto con una ottica di far parte di una comunità variegata. Insomma, prima di lanciare accuse e illazioni, non sarebbe male mettersi un paio di anni a studiare la Costituzione e le sue leggi, nonché la religione islamica: il Centro della Comina ha un imam che può fargli lezione di fede».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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