Nuovo scenario partendo dall'ora in cui è stato dato l'allarme al 112

Sabato 19 Gennaio 2019
Nuovo scenario partendo dall'ora in cui è stato dato l'allarme al 112
SCENA DEL CRIMINE
TRIESTE Trifone Ragone e Teresa Costanza sono stati uccisi a bordo della loro Suzuki Alto bianca tra le 19.46.59 e le 19.47.41. Così si ricostruisce nella super perizia Monfreda/Reale incrociando i passaggi dell'Audi A3 di Giosuè Ruotolo sotto le telecamere di via Interna, nonchè all'incrocio con via Gramsci, dove 22 secondi dopo sbuca Maurizio Marcuzzo, il runner che vede i fidanzati vivi mentre salgono in macchina e poi sente gli spari mentre corre in via Amendola. Gli avvocati Giuseppe Esposito e Roberto Rigoni Stern hanno sempre respinto le conclusioni di questa consulenza. Hanno tentato di ottenere dalla Corte d'assise d'appello il rinnovo dell'istruttoria dibattimentale attraverso una perizia che ricostruisse la scena del delitto tenendo conto anche di alcune testimonianze emerse al processo. L'istanza è stata respinta e ieri la difesa ha consegnato alla Corte, presieduta dal giudice Igor Maria Rifiorati, una ricostruzione alternativa sui tempi dell'omicidio.
In dubbio è stata messa anche la finestra temporale in cui è stato collocato il duplice omicidio, in quanto calcolata sulla base delle simulazioni fatte con il runner. «Che affidabilità scientifica può avere?», ha insistito Esposito ricordando anche i tempi delle telefonate fatte da Nicola Ferrandi, il podista che si cambiava nel parcheggio mentre i fidanzati venivano uccisi a colpi di pistola. L'ultima telefonata durò 7 minuti, si concluse alle 19.47.15, quando il podista aveva già lasciato il parcheggio. «Viene inquadrato dalle telecamere alle 19.51.58 - ha sottolineato la difesa - Come è possibile che, per percorrere un tratto più breve rispetto a quello del runner, abbia impiegato più tempo? Mandiamo all'ergastolo una persona con questi dati?».
Secondo la difesa, la ricostruzione ha limiti dovuti ai tempi di percorrenza di Marcuzzo durante le simulazioni, che hanno orari sfasati, e al fatto che si parte dal presupposto che l'Audi A3 indicata da Stefano Protani sia quella di Ruotolo. Alla Corte è stata proposta una ricostruzione basata sull'ora in cui Cinzia Rossetti, insegnante di yoga che scoprirà il delitto, esce dalla palestra Skorpion: ore 19.52. All'ingresso incontra Angela Caragnano, che ha appena attraversato a piedi il parcheggio per andare al corso di zumba e ha visto due auto che potrebbero essere quelle di Protani e di Ruotolo. Calcolando gli spostamenti della Rossetti e la chiamata al 112 fatta alle 19.56.22, secondo la difesa bisogna spostare anche l'ora del delitto, che potrebbe essere stato commesso alle 19.53 circa. «Ruotolo - ha detto Esposito - alle 19.49.36 era già davanti alla caserma dei vigili del fuoco in via Interna, diretto verso il parco di San Valentino, quindi si è allontanato prima del delitto. Non si può insistere su un'Audi A3 che in quel parcheggio al momento degli spari non c'era».
Per insinuare ulteriori dubbi è stata valorizzata anche la testimonianza di Michele Caticchio, che quando arriva al palasport vede un'Audi A3 Sportback con all'interno un uomo tra i 25/50 anni, con un po' di barba e il volto illuminato dal display di un telefonino. «Di chi era quell'auto? Quell'Audi A3 fantasma che il testimone è sicuro che fosse una Sportback perchè aveva cinque porte?», ha incalzato Esposito. Ruotolo lo ha ascoltato in silenzio per tutto il tempo, dietro di lui la mamma e il fratello arrivati da Somma Vesuviana per sostenerlo.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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