L'ALTRO SCIPPO
PORDENONE Forse più della Provincia, l'accorpamento della

Sabato 19 Gennaio 2019
L'ALTRO SCIPPO PORDENONE Forse più della Provincia, l'accorpamento della
L'ALTRO SCIPPO
PORDENONE Forse più della Provincia, l'accorpamento della Camera di commercio di Pordenone con l'ente di Udine si è scontrato con una lunga difficoltà del territorio e delle categorie che non sembrano digerirlo. Almeno fino al patto di Villa Manin che, nell'agosto dello scorso anno, ha visto la fusione dei due enti, proprio sotto la regia delle categorie e la supervisione del governatore regionale Massimiliano Fedriga. Ora, la riapertura del dossier sul ritorno delle Province riapre a Pordenone anche la partita della Camera di commercio. «In realtà - precisa l'ex presidente dell'ente economico, oggi vice dell'udinese Giovanni Da Pozzo che guida la Camera unificata Pordenone-Udine - era nei patti e negli impegni della Regione: con il futuro ottenimento delle competenze da parte del governo in materia di organizzazione delle Camere si sarebbe cercato un nuovo assetto, più consono alle aree produttive e alle categorie. Il presidente Fedrioga - ricorda Pavan - ha sempre sostenuto che dovranno essere le categorie a individuare la futura soluzione che riterranno migliore».
RITORNO AL FUTURO
Come dire: quando la giunta regionale avrà portato a casa dal governo le competenze sul riordino la palla tornerà agli enti camerali. Ma con la riforma delle Province si apre la strada a un'accelerazione che potrebbe passare attraverso la commissione paritetica Stato-Regione che deve porre la questione all'ordine del giorno prima di aprire il dialogo con Roma. «Se - è il ragionamento del vicepresidente Pavan - la Regione intende fare passare dalla Paritetica la riforma delle Province Speciali sarebbe opportuno che, di pari passo, venga posta all'ordine del giorno anche la questione delle Camere di commercio. Sarebbe un modo - aggiunge l'ex presidente della Cciaa di Pordenone - per fare proseguire di pari passo i due percorsi». Ma il problema è che la Regione non ha ancora individuato il percorso per la riforma degli enti locali: l'assessore Pierpaolo Roberti ha sì parlato della commissione paritetica, ma ha anche lasciato aperta la porta all'altra ipotesi, quella della modifica dello Statuto regionale che ovviamente richiede il passaggio parlamentare. Percorso non privo di rischi visti gli scenari che potrebbero aprirsi pe r il governo dopo le elezioni europee. In ogni caso, Pordenone spingerà perché la fretta che la Regione sembra voler mettere sulle nuove Province possa valere anche per le Camere di commercio. «Non staremo - assicura Pavan, mantenendo il suo caratteristico aplomb - con il fiato sul collo del presidente Fedriga, ma monitoreremo e vigileremo affinché non si dimentichi la questione delle Camere».
SEPARATI IN CASA
Intanto i due enti hanno compiuto la prima fase di rodaggio per quattro mesi. Gli enti vivono ormai sotto lo steso tetto, in una sorta di convivenza non guerreggiata. Quasi da separati in casa. «Le regole vengono condivise. I prossimi passaggi - sottolinea Pavan - vedranno gli uffici impegnati nell'omogeneizzare i bilanci. Finora le cose sono andate come era previsto: l'obiettivo è mantenere i servizi nel territorio e per le imprese come avveniva in precedenza». Insomma, nessuna guerra in casa. Per ora almeno. «La gestione di questi primi mesi è avvenuta - precisa il vicepresidente - sulla base di precise regole che ci eravamo dati prima. Ciascun territorio gestisce le proprie risorse in modo di fatto autonomo. Così noi siamo riusciti a garantire pnlegge, Cinema muto, Teatro Verdi e il Consorzio universitario. La strada è comunque tracciata: auspichiamo che gli impegni vengano mantenuti e che si torni a ridiscutere l'assetto degli enti». Il ritorno della Provincia potrebbe essere l'occasione per il divorzio degli enti camerali. Anche se la separazione da Udine non sembra così scontata.
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci