IL RISCHIO BENZINA
TRIESTE Una bomba finanziaria a orologeria minaccia i conti

Lunedì 16 Luglio 2018
IL RISCHIO BENZINA TRIESTE Una bomba finanziaria a orologeria minaccia i conti
IL RISCHIO BENZINA
TRIESTE Una bomba finanziaria a orologeria minaccia i conti della Regione: è il sistema di sconti sul pieno di verde e gasolio, finito nel 2008 sotto la lente della Commissione europea che per questo ha deferito l'anno scorso l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue. L'accusa: aver mascherato come sconti agli automobilisti quella che sarebbe invece una riduzione territoriale dell'accisa sui carburanti d'autotrazione stabilita a livello nazionale, vietata dalla Direttiva 96 del 2003 della Commissione di Bruxelles. La Regione, tuttavia, non molla: l'assessore alle Finanze Barbara Zilli (Lega) annuncia infatti che resisterà in giudizio sostenendo buone ragioni per farsi assolvere. La fortuna del Fvg è che i tempi della giustizia comunitaria sono omerici: a un anno di distanza dal deferimento, la Commissione non ha ancora depositato il ricorso. Il giudizio non interverrà prima di un paio d'anni, se tutto procederà senza intoppi. L'Italia e per essa chiaramente la Regione Fvg in caso di condanna rischia di essere tenuta a versare all'Ue una somma corrispondente ai contributi erogati, ossia una media di 40 milioni all'anno (42 nell'annata passata). Non è chiara l'ampiezza della retroattività della sanzione, ma nel migliore dei casi si partirebbe dall'anno del deferimento, il 2017.
LA STORIA
Nel 1995, una legge regionale (la numero 549) stabilì la possibilità di ridurre i prezzi delle benzine all'utenza privata, affiancando un beneficio di ordine generale a quello dei contingenti di benzina agevolata validi sulle sole fasce confinarie del Fvg. Di fronte ai divieti introdotti dalla Direttiva europea del 2003, il Fvg ottenne una deroga in quanto territorio di frontiera comunitaria. Una condizione che tuttavia venne meno nel 2006 con l'ingresso della Slovenia nell'Unione. Fu così che nel 2008 scattò la procedura d'infrazione avviata da Bruxelles, alla quale si è tentato di porre rimedio sotto l'Amministrazione di Renzo Tondo prima con la legge regionale 2010 e poi con una serie di modificazioni introdotte con a legge regionale 11 del 2011. Cambiava la filosofia, ma non la sostanza: restavano gli sconti, erogati però non più alle compagnie petrolifere come ristoro dell'accisa versata allo Stato, bensì come contributo all'automobilista privato. Ma la Commissione europea non ha mutato atteggiamento: per lei tali contributi non sono altro che riduzione di accise mascherate da intervento sociale. Nelle more della procedura comunitaria Tondo ha tenuto duro, così dopo di lui dal 2013 a quest'anno anche la presidente Debora Serracchiani. E adesso resiste anche l'Amministrazione guidata da Massimiliano Fedriga, sebbene il taglio di tale resistenza appaia parzialmente differenziato: «La Regione difenderà i contributi per i carburanti anche di fronte alla Corte di giustizia dell'Ue spiega Barbara Zilli per tutelare una norma che salvaguarda le esigenze peculiari del nostro territorio». Ciò non significa che gli sconti benzina debbano durare in eterno, intendiamoci: «A prescindere dall'opinione della Commissione europea precisa infatti l'assessore alle Finanze procederemo a una profonda valutazione di opportunità, analizzando tutti i possibili scenari e le eventuali soluzioni». In ogni caso «oltre le più che valide motivazioni giuridiche a sostegno della legge, figurano obiettivi strategici a tutela dell'ambiente e delle attività produttive che impongono la necessità di ulteriori iniziative. Per noi sono irrinunciabili». In caso di cancellazione dei benefici attuali Zilli confessa di dubitare fortemente di una prospettiva di aumento degli introiti per benzinai, società petrolifere ed erario (il 30% delle accise sui carburanti viene attribuito alla Regione Fvg). Secondo l'assessore, infatti, «è elevato e non trascurabile il rischio che il gettito diminuisca in favore dei lidi più vantaggiosi d'oltre confine».
LA SITUAZIONE
La Slovenia mantiene i prezzi dei carburanti in regime amministrato: è lo Stato che ogni due settimane fissa i prezzi massimi di benzina e gasolio, ai quali le compagnie operanti in Slovenia sono tenute a uniformarsi. Tali prezzi sono quasi sempre appena un pelo sotto i prezzi praticati da questa parte del confine con l'applicazione dello sconto. Discorso diverso per l'Austria, dove i carburanti costano meno che in Slovenia perfino sulla fascia confinaria carinziana. A Vienna e Salisburgo il differenziale è ancora più vistoso. Un aspetto importante riguarda interamente il nostro mercato interno dei carburanti: tendenzialmente costano di più e non di poco nelle aree di confine del Fvg rispetto al retroterra friulano. Qualcuno parla di speculazioni, le compagnie invece affermano la necessità di affrontare maggiori costi di distribuzione. Non solo: a ovest la concorrenza viene esercitata con successo dal Fvg rispetto al Veneto grazie allo sconto regionale e a un prezzo diverso da quello che si riscontra a Trieste, Gorizia o Tarvisio. Alcuni operatori del settore osservano che Austria e Ungheria, vecchie cugine sotto l'Impero asburgico, le quali tuttavia non si sono mai amate, ora stanno praticando una politica di uniformità dei carichi fiscali sui carburanti, proprio per non farsi la guerra sulle benzine nelle aree confinarie. L'Italia, invece, presenta un conto fiscale su benzina e gasolio di circa 20 punti percentuali superiore alla media dell'Unione europea. Sebbene nulla sia ancora stabilito, il Governo avrebbe allo studio la praticabilità di una restrizione della forbice attuale fra le accise applicate alla benzina e quelle sul gasolio. A livello nazionale, il gasolio esprime il 67% dei consumi di carburanti di origine petrolifera, la benzina il 33%. In Fvg la situazione è leggermente diversa: la benzina arriva al 38% dei consumi.
Maurizio Bait
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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