IL CASO
PORDENONE È stata ammessa ai lavori di pubblica utilità nonostante

Giovedì 19 Luglio 2018
IL CASO
PORDENONE È stata ammessa ai lavori di pubblica utilità nonostante si fosse rifiutata di sottoporsi all'alcoltest dopo aver provocato un incidente stradale con feriti. È grazie a una sentenza della Cassazione (sezioni unite) che un'automobilista di 41 anni, residente a Pordenone, ha potuto patteggiare tre mesi di arresto e 1.400 euro di multa che sono stati convertiti in 252 ore di lavori di pubblica utilità da svolgersi nell'Azienda servizi alla persona di Cordenons. La patente di guida le è stata sospesa per otto mesi. Nessuna conseguenza per la macchina, che non verrà confiscata.
L'incidente risale al 4 febbraio scorso. La donna aveva bevuto, quando urtò una macchina e una ragazza rimase ferita in modo non grave. Si rifiutò di sottoporsi all'alcoltest. In questi casi il rifiuto equivale a una guida in stato di ebbrezza: il caso più grave, oltre 1,5 grammi/litro, che prevede le sanzioni più pesanti. «Avendo causato un incidente in stato di ebbrezza, perchè il rifiuto è equiparato alla più grave delle trasgressioni - spiega l'avvocato Sergio Gerin - non poteva accedere al beneficio dei lavori di pubblica utilità. Inoltre, rischiava la confisca della macchina e la revoca della patente».
La sentenza della Cassazione l'ha graziata. «I giudici affermano che il rifiuto di sottoporsi all'alcoltest è un evento ontologicamente diverso rispetto alla guida in stato di ebbrezza e non si può ricollegare all'effettivo abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti - spiega il legale - Quando qualcuno causa un incidente non si può pertanto applicare l'aggravante di aver causato un sinistro, perchè è una fattispecie diversa dalla guida ebbrezza. Insomma, quando si provoca un incidente stradale dopo aver esagerato con gli alcolici, conviene rifiutare l'alcoltest perchè si ottengono dei benefici».
L'accesso ai lavori di pubblica utilità è precluso a chi causa incidenti in stato di ebbrezza, ma la Cassazione di fatto apre nuovi scenari, basta rifiutarsi di far verificare alle forze dell'ordine quanto si è bevuto e si possono evitare conseguenze pesanti. L'automobilista pordenonese in seguito all'incidente del 4 febbraio si era vista notificare un decreto penale di condanna di 17.750 euro in sostituzione di 4 mesi di arresto. Il provvedimento prevedeva anche la revoca della patente e la confisca della macchina. Con il patteggiamento ottenuto ieri nell'udienza preliminare del gup Eugenio Pergola andrà a fare assistenza agli anziani per il periodo previsto e potrà riavere la patente di guida fra otto mesi.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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