I ladri: «Se esce qualcuno sferro un pugno»

Sabato 23 Febbraio 2019
I ladri: «Se esce qualcuno sferro un pugno»
L'OPERAZIONE
PORDENONE Hanno rubato lungo la direttrice Pordenone-San Fior fino alla vigilia degli arresti. I tre albanesi arrestati dalla Squadra Mobile di Pordenone non si sono mai fermati. A Milano, perquisendo l'alloggio di Darjel Prushi, 26 anni, è stato trovato un orologio Panerai impreziosito da diamanti del valore di 50mila euro. Non si sa ancora a chi appartenga. Tra i gioielli recuperati nei secchi di pittura, nel garage dell'imbianchino Edmond Et Hemaj, 34 anni, residente in via Kennedy 13 a Conegliano, c'era anche un catena d'oro massiccio rubata la scorsa settimana in provincia di Pordenone e che la vittima ha riconosciuto dalle fotografie sui giornali. In tanti hanno chiamato in Questura per ringraziare e capire se tra la refurtiva recuperata c'era anche i propri monili d'oro. «È stato gratificante - ha detto il questore Marco Odorisio, molto orgoglioso del lavoro portato a termine della Squadra Mobile - Ma adesso devono uscire le pistole».
Ci sono due semiautomatiche e un revolver Smith&Wesson calibro 38 che non sono stati ritrovati. Gli interrogatori di garanzia daranno qualche frutto? Oggi il gip Rodolfo Piccin sentirà Nikoll Dobrozi, 26 anni. Et Hemaj sarà sentito per rogatoria nel carcere di Udine. Martedì, invece, tocca a Prushi, per il quale il gip ha disposto la traduzione da Milano. Il questore parla di un gruppo strutturato, agile e per questo molto difficile da aggredire. Un gruppo determinato a tutto, anche a sparare e aggredire le vittime. Lo ha sottolineato anche il pm Federico Facchin chiedendo le custodie cautelari.
Prushi conosce bene le carceri italiane: Milano, Reggio Emilia, Como. Il 15 dicembre 2017 era stato inoltre arrestato per furti a Modena, il 4 ottobre 2014 a Ferrara per tentato furto. Et Hemaj arrestato il 29 maggio 2014 era stato invece arrestato a Conegliano, sempre per furto. Il gip sottolinea che «entrambi rivendicano di essere pronti all'uso delle armi e all'esercizio della violenza nei confronti degli eventuali occupanti degli appartamenti da svaligiare». Basta ricordare l'intercettazione del 31 gennaio, quando Prushi afferma: «Anch'io che non so sparare, ma se ho la pistola e mi vengono incontro sparo». E ancora: «Perchè ti deve sparare lui per primo?». «Con persone di poca fiducia non si può andare», dice El Hemaj. «Eh certo - dice Prushi - altrimenti ti lasciano lì, e a che ti servono i 5 mila euro se uno muore e l'altro lo beccano?». «Eh sì, a niente». Prushi: «Nè 5 mila nè 50 mila perchè devo morire?». «Non se ne parla neanche».
Dalle intercettazioni sulla Renault Megane usata per andare a rubare i poliziotti li hanno ripetutamente ascoltati mentre organizzavano i colpi. Non avevano alcun timore. «No, proviamo - dice Prushi - Chi lo sa. Piove, oggi la gente non vede, se non casca il rumore». L'imbianchino: «Speriamo Dio che non ci sia nessuno». Prushi: «Abbiamo due pensieri. Andiamo o non andiamo? Anche se esce qualcuno gli do un pugno».
Secondo il gip, i tre albanesi hanno dimostrato di non essere «capaci di governare le loro inclinazioni criminali». Facevano i sopralluoghi, formavano l'equipaggio per le spedizioni, erano in grado di scambiarsi i ruoli, avevano disinvoltura con gli arnesi da scasso, cambiavano telefoni per non essere intercettati. Insomma, dei furti avevano fatto la loro professione. Il gip parla di «compulsività criminale, disprezzo per l'incolumità altrui, determinazione a usare le armi e a prendere a pugni le vittime». Anche se in un'occasione, dopo il furto fallito in via Ruffo a Sacile, l'imbianchino di Conegliano e Prushi tornano in auto e dalle conversazioni sembra che si siano spaventati: «Ci allontaniamo di qua che è meglio... 30 grammi ho fatto... che ti serve il chilo?». «Eh sì, 20 grammi, c'hai 300 euro in tasca... Se eravate in due si poteva fare qualcosa». «Perchè suonava ancora... (evidentemente l'allarme, ndr). Eh perchè quando stai da solo hai proprio paura perchè ti vengono in due o tre e non sai dove scappare, solo che hai paura».
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci