I CONTRARI
PORDENONE «L'ipotesi del governo regionale di cui si sente parlare

Sabato 19 Gennaio 2019
I CONTRARI
PORDENONE «L'ipotesi del governo regionale di cui si sente parlare non è ancora chiara e definita. Ma la vera questione istituzionale della nostra piccola Regione è quella legata alla valorizzazione dell'autonomia amministrativa dei Comuni, singoli o associati. Mi pare che imporre, dopo il percorso faticoso fatto dai municipi negli ultimi anni, un nuovo livello istituzionale elettivo sia come espropriare i Comuni della loro autonomia e competenza. Una proposta che confligge anche con la libertà e l'opportunità per i municipi di aggregarsi e di mettere insieme servizi». Il sindaco di San Vito al Tagliamento Antonio Di Bisceglie boccia così quella che è ancora solo una ipotesi sulla carta con l'obiettivo di riportare le Provincie dopo che il centrosinistra le fece scomparire quattro anni fa. «Se intendono - aggiunge il primo cittadino del Pd - riportare tutto a come era prima, ebbene saremmo di fronte soltanto a un ritorno all'antico. E con l'aggravante che getterebbe via anche il bambino con l'acqua sporca. Togliendo - il sindaco ripete quello che più gli sta a cuore - ai Comuni la libertà e la possibilità di esercitare la propria autonomia, anche associandosi, attraverso l'imposizione dall'alto di un nuovo livello istituzionale che viene eletto dai cittadini».
UN DOPPIONE
Ma sindaco, molti suoi colleghi dicono che le Uti funzionano male. Atri non sono nemmeno mai entrati, proprio perché hanno ritenuto quell'ente una imposizione dall'alto. «Tutto è perfettibile e migliorabile. Si è ritenuto - è l'opinione del primo cittadino sanvitese - che cinque Uti fossero troppe in un territorio relativamente piccolo come il Friuli occidentale. Bene, si poteva provare a ripensare l'assetto magari attraverso una divisione del territorio in due macro-aree: montagna e pedemontane e pianura con la bassa. Le soluzioni possibili potevano essere diverse. Ma il nodo vero è quello che, dopo tutto il lavoro anche difficoltoso che i sindaci hanno fatto in questi anni, ora si rischia di avere una sorta di doppione. I Comuni che si sono già associati e che insieme hanno avviato un certo tipo di percorso insieme, spesso anche con qualche risultato, si trovino in futuro sopra la loro testa un nuovo livello amministrativo, la Provincia Speciale eletta che esproprierà nuovamente i municipi delle nuove competenze sulle quali avevano cominciato a lavorare». Insomma, Di Bisceglie non ci sta e boccia la proposta. «Senza contare - aggiunge - che mi pare che su questo fronte la Regione non sia affatto intenzionata a un confronto con chi sui territori opera quotidianamente».
L'EX SINDACO
Anche l'ex sindaco di Pordenone Claudio Pedrotti (per un anno e mezzo, prima dell'abolizione tra il 2015 e il 2016, guidò l'ente intermedio di secondo grado, cioé composto da sindaci e amministratori) bolla la proposta regionale come «anacronistica e fuori dal tempo». «Credo - aggiunge - che i cittadini non sentano tutta questa necessità di rimettere in piedi un sistema che servirà, molto probabilmente, solo come una greppia per la politica delle poltrone».
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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