Guerra fredda, dai bunker sparite le cupole in acciaio

Venerdì 11 Settembre 2015
È già stata ribattezzata «la truffa dei bunker della Guerra Fredda», ennesimo scandalo all'italiana che sta coinvolgendo tre imprenditori e un funzionario del Demanio di Udine. Truffa aggravata a danno dello Stato e turbativa d'asta sarebbero infatti i reati accertati al termine di un'attività investigativa coordinata dal procuratore Raffaele Tito. Nel goriziano, una serie di lavori di messa in sicurezza e bonifica riguardanti alcune opere di fortificazione permanente (realizzate per scopi difensivi durante la Guerra Fredda) aveva insospettito la Guardia di Finanza, constatando che era stata effettuata la sola asportazione delle cupole blindate in metallo (ciascuna del peso di alcune tonnellate) per essere successivamente cedute ai centri per il recupero. Viene da chiedersi, e nel Friuli Occidentale come stanno le cose? Già, perché la Destra Tagliamento era zeppa di questi manufatti della Guerra Fredda, che erano presi in consegna dai battaglioni della Fanteria d'Arresto, tra cui il celebre 73° di stanza alla caserma di Arzene. Da Pinzano sino a San Vito al Tagliamento, passando per Casarsa, i colli che sovrastano l'asta del fiume e i bordi del greto erano «irti» di questi tranelli (per lo più nidi di mitragliatrici) nei quali dovevano eventualmente incappare le truppe del Patto di Varsavia che potevano al massimo essere rallentate nella loro marcia verso Roma. Quante di queste postazioni sono ancora intatte? A Pinzano (grazie a studi di ricercatori ed ex commilitoni) sono pressoché integre le vestigia di alcuni di questi manufatti. Ma da Spilimbergo a San Vito pare che le testimonianze storiche di questo passato siano state recentemente ... ripulite. In questa settimana, su un post Facebook del 73° di Arzene si legge infatti «siamo andati a vedere una postazione che c'era fino a tre anni fa, ...anche il cemento si sono portati via», e ancora «domenica mi sono fatto un giro di due ore in moto lungo l'argine destro del Tagliamento, partendo dal ponte di Dignano fino a quello di Casarsa con la cartina delle opere appresso, ebbene non ne ho trovata più una, salvo le basi in cemento senza più le cupole, e il foro coperto con terra. Pensate che nel 2012 un rottamaro friulano era disposto a cedere una di quelle cupole a 7mila euro».
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